Il secondo degli Inni alla notte

Novalis tradotto da Alessandro Banda.

di in: Bazar

L'immagine è di Luigi Latino

Dovrà sempre farsi
mattina? Non ha fine
mai questa violenza della Terra?
Insano affaticarsi consuma
il passo alato della Notte.
Occulto olocausto d’amore
non brucerà più per l’eterno?
La luce ha un tempo assegnato.
Ma senza tempo senza
spazio è il dominio della Notte.
Eterno è il durare del Sonno.
Sacro Sonno – non
essere avaro di Te con chi
è alla Notte iniziato
in quest’opera quotidiana della Terra.
I dementi soltanto Ti sconoscono
e non Ti sanno se non
nell’ombra che getti
– crepuscolo di notte vera –
pietoso sopra noi.
Non Ti sanno
nell’onda d’oro dell’uva
nell’olio magico del mandorlo
e nell’oscuro succo
del papavero.
Non sanno: sei Tu
all’orlo del petto di ragazze,
Tu, nel loro grembo
diventato cielo.
Non Ti sanno intuire:
emerso da racconti antichi
vai aprendo cieli
e porte di case beate,
messo silenzioso
di segreti infiniti.

Traduzione di Alessandro Banda.