Articoli di Enrico De Vivo

Ma io non sono sciuro che le cose stiano come ce le dipingono. Non sono sicuro che i professori siano quelli che vediamo alla tv, sui social, sui giornali. Secondo me, ci sono “altri professori”. Che non sono però una nicchia, una élite, un gruppo di eletti. Sono i professori che leggono, scrivono, parlano spesso di tutt’altro che di attualità oppure, se parlano di attualità, lo fanno in maniera “inattuale”, sganciandosi dagli stereotipi e dalle macchiette, e dunque non rientrando a nessun titolo in un nessun format.

Una serie di case-gabbia azzurre come se avessero incorporato il cielo e l’aria. Gabbie perché l’orrore del domicilio rischia di dominarci oggi come non mai; ma ancora case, dove e per mezzo delle quali Papetti riesce a instaurare con i materiali e gli oggetti più svariati – riciclati improvvisati ritrovati – un rapporto non solo affettuoso, ma riflessivo.

Saranno, dunque, Zibaldoni d’eccezione, quelli che vedranno la luce, in un duplice senso: per lo stato in cui sembrano piombare sempre più le nostre comunità, e perché siamo convinti che la letteratura, a maggior ragione in una situazione del genere, deve ancora di più fare eccezione, staccandosi dall’attualità

«Dovevo questo testo a Zibaldoni e altre meraviglie dal 22 dicembre 2002, giorno della sua fondazione. Ci sono voluti 15 anni esatti e un lungo apprendistato affinché venisse fuori. Ringrazio Walter Nardon per averlo indirettamente sollecitato e tutti coloro che hanno collaborato e contribuito alla crescita di Zibaldoni fin qui, fino alla fine della sua adolescenza, o forse più semplicemente fino alla fine». [Edv]

Poche parole che non ricordo più è il romanzo di Enrico De Vivo edito da Exorma in vendita da domani in libreria e online. In anteprima esclusiva per i lettori di ZIBALDONI, un estratto dal libro.

Per fortuna ci sono le scoperte astronomiche. «Ecco la notizia che tutti aspettavate», hanno sentenziato qualche mese fa gli scienziati della Nasa annunciando ai media e alla comunità internazionale la scoperta del “pianeta gemello” della Terra, Kepler 452-b. Una volta l’uomo aspettava notizie meravigliose dagli esploratori di terre sconosciute e remote, oggi le aspetta dagli [continua]

“Secondo me un viaggio è andare da un paese all’altro. Un viaggio si fa quando si deve andare in luoghi lontani e non vicino, altrimenti si chiamerebbe spostamento. Andare a lavorare o a fare un servizio per me non è un viaggio ma semplicemente uno spostamento. Un’altra definizione che si può dare di viaggio è [continua]

A leggerlo seriamente, o silenziosamente, si rischia di scambiare L’irragionevole prova del nove di Giovanni Campi (Edizioni Smasher, 2014) per un’opera istruttiva e didascalica, con gli ultimi ritrovati filosofici in tema di verità e affini serviti caldi e fumanti. Invece bisogna prendere questo libro come un canovaccio di commedia, recitarne le battute a voce alta [continua]

In seguito alla pubblicazione di Sibber (Effigie, 2014), di cui avevamo dato una breve anticipazione sulla nostra rivista (e anche a seguito di varie recensioni uscite sul libro, che hanno sollevato questioni degne di approfondimento nella riflessione sulla letteratura odierna), ho chiesto a Walter Nardon di parlare più direttamente della narrazione e di vari aspetti della pratica narrativa. Questo è il risultato della nostra conversazione, che è anche il primo testo di una nuova rubrica della nostra rivista.

Nei prossimi giorni gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado saranno impegnati nello svolgimento dei cosiddetti test INVALSI. In questo saggio, pubblicato nell’ultimo volume del “Seminario Internazionale sul Romanzo” dell’Università di Trento, il lettore è invitato a interrogarsi su tutto quello che, con l’avvento della logica delle “crocette”, è andato perduto in termini di abilità compositive e creative.

[…] E l’oscuro poeta diluvia ottave e sputacchia sonetti sperpera carta e inchiostro si secca il cereviello consumando sia i gomiti che il tempo solo affinché la gente lo ritenga un oracolo mondano. Sembra uno spiritato pallido e rimbambito a causa dei concetti che fantastica e impasta, e va parlando da solo per  la strada, [continua]

Un bel ripasso di storia della letteratura dagli albori del web. Un concentrato spumeggiante di idee, proposte, visioni, alterchi, polemiche, contraddistinto dall’entusiasmo e dall’ingenuità che animano sempre tutti gli inizi. In questo “ZiBook” si incontrano scrittori e personaggi più e meno noti, tutti incredibilmente e irrimediabilmente attratti – come in un castello di Atlante d’oggigiorno – dalla magia dell’espressione immediata e improvvisa (il “commento”!) all’interno della Rete.


Sono amico di un vecchio che già da un pezzo ha superato gli ottant’anni. Lo incontro al bar, dove mi fermo qualche volta a parlargli. Seduti a bere un caffè, gli racconto come mi vanno le cose perché lui mi chiede sempre: “Tutto a posto?”. Poi anch’io chiedo a lui se tutto è a posto, [continua]