Doppia abiura: il nonno mi ripudiò il giorno in cui venne a sapere che ero «un comunista»; poi ci riconciliammo, ed io ci misi appena un decennio a rinunciare – per motivi al contempo futili e capitali – a entrambe le doti.

Si può dire, riabilitando una nobile nozione, che Maino, a suo modo, si pone nel solco di una lunga tradizione letteraria italiana, quella del plurilinguismo. […]. Quale scrittore italiano, negli ultimi trent’anni, ha avuto il talento e la forza di riprenderla in mano? Quale scrittore ha considerato l’espressione del contenuto narrativo come un vero problema da risolvere? Chi si è azzardato a plasmarsi uno stile o, meglio, quella lingua impossibile che è ogni lingua letteraria? Praticamente nessuno. Nessuno, tranne Francesco Maino.

D’un tratto, col mutamento di idee improvviso così frequente nei bambini, Serena lasciò i fiori sul muretto di cinta e si mise a raccogliere piccoli sassi dall’orto per poi disporli in fila sullo stesso muro. Anche a me non restava che mettere in fila ciò che facevo.

Al primo contatto, il cuore di Miloš ebbe un guizzo improvviso e viscido, come un’anguilla cui abbiano tagliato la testa, tanto che Miloš sobbalzò nella cassa, facendola traballare. Cercò la maniglia che gli era stata indicata per uscire dalla cassa. Ma era nudo dentro la cassa, ricordò, e non aveva voglia di farsi vedere così dal presidente. Sentì che qualcuno, forse Decor, gli passava un fazzoletto sulla fronte, prima ancora che lui si rendesse conto di essere madido di sudore.

La Gipsi/ 5

di in: Captaplano (0)

Alla GIPSI in formazione, anche per immaginario, servivano punti di riferimento credibili e certi nell’ambito del maschile e del femminile, nonché delle loro interazioni. Furono rinvenuti in ottica GIPSIM (M = Maschile) in Edwige Fenech e Alvaro Vitali.

Il sovrano in incognito: da subito si capta come una forza trattenuta, quasi da generale a riposo, nella cura con cui il protagonista ogni giorno si spunta i baffetti, o in certi sguardi severi che di quando in quando incrinano l’apparente dolcezza del personaggio…

Dal canneto, semisommerso sul fondo, deve insomma aprirsi l’occhio smeraldino di un mostro, come scrive Rimbaud, delle creature si dovranno stagliare tra le creste di montagne impervie, o uscire dalle loro viscere, se no, prima o poi, alla natura stessa toccherà di animarsi come le foresta di Tolkien.

Le dimensioni del pesce mi impedivano di salire sul posto del passeggero, così il venditore sistemò me e il mostro di dietro, insieme alle cassette di arance. Finalmente sdraiato e in procinto di ricevere le cure mediche, non potei fare a meno di osservare di nuovo l’enorme animale, che, addossato al mio corpo, mi doveva dare, nella penombra del furgone, l’aspetto di una grassa sirena mezzo morta.

L’idea vede mi è venuta ricordandomi di un puntaspilli che aveva mia nonna. Le cose dei nonni sono sempre un po’ spaventose, sono le prime cose che un bambino ricorda nei o dei propri sogni, non lo sapeva? Ci faccia caso. Lo stesso per la vita, ci faccia caso, ogni volta che le capita qualcosa di bizzarro vedrà che in un modo o nell’altro sarà legato a un qualche oggetto che tenevano in casa i suoi nonni.

Se, come si è detto, Hamas, oltre a essere il male assoluto, è anche come l’Isis, conviene integrare l’immaginario tolkieniano con qualche esempio fantasy che coinvolga l’aspetto religioso. Verrebbe subito alla mente il Salgari più affascinante.

Come se al MASaMenCul avessero non dico il bandolo, ma almeno una festuca dell’arazzo indemoniato che chiamiamo la realtà! Come se non parlare della realtà fosse un reato! Giusto! Il reato di lesa realtà! E cos’è poi la realtà, attaccavano i più pensosi della famiglia, sprofondando dipoi in narcibirintiche meditazioni che il più delle volte finivano per sfociare nel gran mare del politico e del dematerializzato…

La Gipsi/ 4

di in: Captaplano

Con il 1994 si chiudono gli anni Novanta, diceva la GIPSI che aveva vent’anni nell’Ottantanove, e che con le letture furenti e gli amori universitari aveva di già terminato la propria formazione. Anche per il mondo l’appuntamento a qualcosa di nuovo daterà 11 settembre 2001.

Simona Carretta prosegue la sua esplorazione dell'”arte del saggio” partendo dalla scomparsa di Milan Kundera per discutere delle prospettive della critica e della letteratura contemporanee.

Zibook - gli ebook di Zibaldoni