Ma intanto, anche il rito del conteggio annuale degli interessi era cessato. Gli impiegati continuavano, e continuano tuttora, a contar denaro con agili mani, ma di interessi al povero risparmiatore ne giungono sempre meno e il conto in banca è sempre più costoso.

Da quando son qui non ho ancora dormito una notte sul serio, pensavo. Come faccio a resistere fino a domani? E Vinverra si aspetta che gli accenda la macchina. Guardavo il lenzuolo e la faccia, e cercavo di stamparmi in mente com’era Gisella da viva, per ricordarmela sempre. Le ferite alla gola resteranno, pensavo, non si chiuderanno mai più come le altre. Da morti, la pelle marcisce, non si rimargina più. Chi sa se sentiva ancor male?

Noi forse non ce ne curiamo o, peggio, non ce ne accorgiamo ma bambini e ragazzi lo sentono eccome questo affanno del mondo che brucia sotto i loro piedi. Magari non lo sanno intuire, comprendere, verbalizzare ma captano le onde di questa radio millenarista, la incarnano.

Non ho dubbi che queste pagine di diario legittimamente possano attestarsi per valore e interesse tra le pagine degli altri diari che, nel XX Secolo, si sono rivelate opere di riferimento (da Pessoa, uno dei maestri indiscussi di Torga e da lui frequentato personalmente, a Kafka, per esempio): non c’è infatti nulla di voyeuristico né di pruriginoso in quei lettori che cercano e leggono i diari degli scrittori quando quegli stessi diari sappiano essere, come nel caso presente, evidenze di una dirittura etica limpida, di un amore per la vita, per le persone, per l’arte fecondo e caldo.

“A un certo punto ho trovato una colonna di camion che dal nord andavano proprio a Firenze. Mi hanno lasciato salire su uno, era coperto da una rete e mi ci sono aggrappato per ore… sotto c’era l’esplosivo. L’ho capito solo dopo del tempo cos’era: era l’esplosivo con cui i tedeschi hanno fatto saltare i ponti, a Firenze, per cercare di fermare gli alleati…”.

In altre parole, va in effetti riconosciuta al “viaggio” nel “futuro” una certa utilità, quando ad esempio esso venga effettuato per scopi politici: l’ambito politico infatti, a meno di non avere un’intera popolazione di psyche® artificiali consenzienti (un software, per così dire, totalitario), non permette correzioni di sorta all’interno del quadro di comando, estremamente rigido.

Nella poca luce della corte è il canto dei monaci con formule ripetute, mi sembra, all’infinito che mi guida alla cappella. Solo la luce delle candele illumina l’interno. Prima di entrare, e dopo ripetuti segni di croce, tutti toccano e baciano le icone. Non è effigie del santo l’icona per i greci ortodossi, ma il santo stesso, “come quando la stella della sera appare in cielo, e non avrebbe senso dire che è solo apparenza della stella della sera e non la vera stella della sera”, dice, a proposito dell’icona, un mistico russo.

Come abbiamo piacere ad offrire, quando veniamo supplicati, il meritato consenso, così non amiamo che per mezzo dei nostri favori s’ingannino le leggi, soprattutto in quel frangente che a nostro avviso coinvolge la venerazione di Dio. Non si deve dare l’impressione, dunque, che chi ha ricevuto un favore possa eccedere, abbandonato dalla grazia divina.

È un ritornante stupore scorgere traverso la grande finestra dell’aula, a metà mattinata, Hölderlin che prepara i bagagli per mettersi in viaggio (a piedi!) verso Bordeaux: tutto questo accade da anni ed è accaduto, malgrado tutto, anche nell’ultima primavera, continua ad accadere in queste complicatissime settimane di ripresa dell’anno scolastico.

«Atene e Lacedemona, che fenno l’antiche leggi e furon sì civili, fecero al viver bene un picciol cenno verso di te, che fai tanto sottili provedimenti, ch’a mezzo novembre non giugne quel che tu d’ottobre fili.» (Purgatorio VI, 139-144) Calza buffamente a pennello con la situazione attuale il celebre passo dal sesto del Purgatorio, dove [continua]

… in ultimo, il professore sostiene che ci sono autori che per loro stessa costituzione della persona biografica, si prenda Leopardi o quel pingueforme di Montale o quell’individuo manicomiale di Campana o quell’allampanato di Giacomo Joyce o quell’asmatico di Marcello Proust, si possono considerare dei positivi al covid ante-litteram!

In quei giorni, ricordo, mi svegliavo di colpo; pensavo a Linda e mi pareva di avercela accanto. Ma poi stavo nel letto con gli occhi chiusi e pensavo a tutt’altro; mi pareva di averci un grosso affanno e di essere come un bambino, più solo di un cane, aver fatto qualcosa di brutto e di senza speranza. Non avevo più scampo, non osavo sentirmi, avrei voluto non svegliarmi e morir lì. Neanche l’idea che se un giorno avessi avuto Linda accanto l’avrei presa, mi bastava. Mi facevo pietà, quest’è il fatto. Ero come un bambino che mettono nudo sul tavolo e poi mamma e sorelle se ne vanno di casa. Nascondevo la testa e mi affannavo.

Minuzie, si dirà: ognuno è libero di avere lo stile che gli pare. O no? Secondo noi no: un ministro non è libero mai: è viceversa un servo. E dal servo della cultura esigeremmo, in ogni occasione, degli scritti che non sembrino redatti con la penna in una mano e il telefonino nell’altra, cinque minuti prima di andare in onda (ovvero, dato che oggi si preferisce così, in rete…).

Forse questi propositi erano l’espressione di un’esigenza che il succedersi di varie stagioni severe non aveva soddisfatto, quella di un mondo in cui la buona volontà e l’equilibrio, e in altre parole lo studio – che evidentemente a lui dovevano essere costati più di quanto non si intuisse a prima vista – ottenevano il giusto riconoscimento materiale (ciò a lui era mancato).

Fetish/ 2

di in: Fetish

Sono la sola a trovare sinistro il fatto che Re Constantinos si sia rassegnato a tramandare la parte più insignificante della sua esistenza? È possibile che il desiderio di sopravvivere geneticamente sia più forte della reputazione e del patrimonio? Quell’uomo stava morendo senza un erede. Anzi, un erede forse esisteva, ma lui non sapeva dove trovarlo. A parte questo, non aveva scuse.

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