Settembre è il più crudele dei mesi, specie per studenti ed insegnanti. È anche il periodo in cui s’infittiscono, ripetitivi ed effimeri, i discorsi sulla scuola, gonfiando l’immaginario collettivo. Prendiamone in esame una ben delimitata sezione: i romanzi degli ultimi vent’anni che hanno come protagonista centrale la scuola e che sono rivolti a un pubblico [continua]

«Se mi dessi credito, potrei arrivare a dire una follia: oggi, il saggio, la scrittura specificatamente saggistica, può continuare ad esistere solo nell’orbita o sotto la protezione del romanzo». Così si concludeva l’articolo di François Ricard che abbiamo tradotto per la rubrica L’arte del saggio prima della pausa estiva. Con questo nuovo post, proseguiamo la riflessione sulle interrelazioni presenti tra saggio e romanzo, la cui indagine – come già annunciato nell’editoriale di apertura della rubrica – rappresenta un punto di vista interessante per la comprensione del saggio come arte letteraria. Presentiamo quindi un’intervista di Ferdinando Guadalupi al romanziere spagnolo Juan Goytisolo, nella cui opera la riflessione saggistica costituisce una componente essenziale. [Simona Carretta]

– In che negozio l’hai preso? – No, da nessuna parte. Online. Online non è un posto, tu compri prima di comprare, la cosa è tua prima di averla. Vai a casaccio muovendo solo gli occhi e le dita. Il resto del corpo è assente e parassita, padrone dello schiavo sapiente (hegeliano) di occhi-dita-mente connessa. [continua]

All’inizio del 1799 Heinrich von Kleist si fidanza con Wilhelmine, figlia del generale Von Zenge. Nel 1800 parte per un lungo viaggio durante il quale – come il poeta rivela alla ragazza nel suo epistolario – confida di guarire dalla misteriosa malattia che gli impedisce di sposarsi. In una lettera del 18 settembre 1800 lo scrittore ricorda a Wilhelmine la tazza che le ha donato in occasione del loro fidanzamento. Questa tazza, tuttora conservata in un museo di Lipsia, ornata di papaveri e fiordalisi, contiene una sciarada intraducibile: l’interno reca la parola Vertrauen, «fiducia», l’interno del piattino la parola uns, «noi»; l’esterno la parola Einigkeit, «concordia»: cioè «Fiducia in noi, concordia tra noi». Heinrich von Kleist e Wilhelmine Von Zenge non si sposeranno mai.

Spennati e contenti   Che sistema cinico, complesso, difficile… Vien da chiedersi come si orientino, come trovino l’ottimismo e la forza d’animo per procacciarsi l’assistenza medica, gli americani, in questa foresta di affari privati.   “Che assicurazione ha?”   Dice, spiccia, la segretaria dello studio medico. Sorvolando sul fatto che dalla tua risposta dipende la [continua]

Questo contributo è tratto da Pro e contro la trama, a cura di Walter Nardon e Carlo Tirinanzi De Medici (Trento, Editrice Università degli Studi di Trento, 2012), volume che raccoglie interventi di Gianni Celati, Massimo Rizzante, Walter Nardon, Carlo Tirinanzi De Medici, Andrea Inglese, Lakis Proguidis, Giorgio Vasta, Simona Carretta, Wada Tadahiko, Daria Biagi, Stefano Zangrando, Miguel Gallego Roca, Silvia Annavini e Roberto Francavilla.

Quassù, dalle mie parti, vivono personaggi che vale la pena braccare. C’è ad esempio un tizio, un vecchietto tutto rughe, pallido come un agonizzante, che si fa spesso vedere ai vernissages e alle premières – ovunque ci sia da scroccare cibo e vino gratis. Non gli importa nulla di quadri, libri, conferenzieri: se ne sta [continua]

Giardino, sera

di in: Bazar

“Quando, dopo un’altra notte, nel primo chiarore dell’alba vennero a prenderci, sentivo solo voci rincorrersi concitate come in un sogno, gli occhi erano velati, e nelle orecchie il vento s’era fatta una sua casa e ruggiva e gridava e nella mente non c’era nulla, solo una distesa di sabbia, eguale, infinita, senza cielo, senza orme nella sabbia, senza luce, perfino”. Un racconto di Antonio Prete dedicato ad Assia Djebar.

Esce in questi giorni Scuola di calore di Massimo Rizzante, un libro in cui protagoniste sono le donne, ma destinatari del messaggio poetico sono gli uomini e la civiltà che hanno edificato. Civiltà spesso violenta e distruttrice proprio a spese delle donne. Presentiamo qui di seguito una poesia tratta dal libro, edito da Effigie. Segnaliamo che in ZIBALDONI sono presenti anche altri testi analoghi, postati negli anni scorsi dall’autore e confluiti poi nel libro attuale.

Gustavo Paradiso: Qual è il tema o il motivo – se ce ne è uno – che unisce i racconti de La fine dei nostri problemi?    Gianni Agostinelli: Sono racconti, alcuni molto brevi, accomunati dalla volontà di immergersi nel tempo presente della narrazione di un accadimento. Un istante della giornata, un piccolo particolare che [continua]

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