Anime

di in: Bazar

Tu mi dici: una sedia è una sedia. Io non sono affatto d’accordo.   Tu insisti: ma una sedia che cos’è? È soltanto un poggiaculo. Piano. Una sedia, intanto bisogna vedere chi l’ha fatta. Un artigiano? Un bricoleur? Un’industria? Magari laggiù in Cina, che costa niente.   Ah, questa è stata fatta nel Canton Ticino? [continua]

Fadimata

di in: Bazar

Fadimata la conoscevo da anni. Veniva da una zona nel nord del Mali dove il deserto è bianco, fatto di sabbia e minuscole conchiglie, issenen n’tufush, le chiamano, “i denti del sole”, denti che il sole perse nella sua battaglia contro la luna. Al tempo del mio lavoro con i guaritori dogon, a Bandiagara, una mattina un taxi-brousse aveva [continua]

Nel suo ultimo e imprescindibile saggio sulla storia del romanzo europeo, Milan Kundera afferma che Hitler ideò un regime politico la cui nefasta conseguenza è stata rendere impossibile la tragedia, vale a dire cortocircuitare la morale individuale al momento di farsi carico della responsabilità e della complessità delle decisioni. Hitler e i suoi epigoni si [continua]

Notturno

di in: Bazar

Ordinerò al mio ottico di fiducia lenti a contatto par vardar el scuro. Nel frattempo slungherò come sempre i brasi par rivàr a palpèta ad accaparrarmi il cuscino. Abbasso le palpebre tapparella: tanto io, l’ho già affittato il mio pezzo di cielo con rilevatore di meteore e Amministratore di Desideri. Lesème dislagàr tal materasso a [continua]

Da qualche giorno ho in casa un libro che aspettavo da tempo. Lo ha scritto il mio amico Livio Borriello. Si intitola “Micame” e lo ha stampato unacasa editrice di Napoli che si chiama Orientexpress. Detto questo adesso sono libero di scrivere quello che voglio e mi pare il miglior modo di aderire alla lezione del libro. Stamattina [continua]

Monete d’oro

di in: Bazar

Nata su un transatlantico diretto verso l’America, rimasta orfana di madre quando aveva pochi mesi, riportata in Europa dal padre poco dopo e infine cresciuta a castagne e polenta sulla Senna da una famiglia di sconosciuti, la zia Mane non ebbe quella che normalmente si definisce un’infanzia agiata. Forse anche per questo divenne una donna allo [continua]

Che cosa accade quando penso Se l’azalea che io vedo è effettivamente un’azalea, che cosa abbiamo in comune, io e l’azalea, perché il nostro incontro sia possibile? Così si esprime Peirce, ma se volessimo riformulare la questione nei termini fenomenologici che ci sono familiari grazie a Husserl e Heidegger dovremmo chiederci quale relazione si può [continua]

Via Municipio è una via centrale poco dietro Piazza dei Signori, cuore e vetrina della trevigianità che trascorre. I negozi che la animavano, o meglio le botteghe che abitavano i portici di questo breve tratto, erano tutti legati a necessità quotidiane di vita spicciola, disposti lungo la morbida discesa della via, affiancati alle tipiche osterie [continua]

Non avevo ancora diciotto anni quando un giorno ho deciso di telefonare a Borges. In quel periodo scrivevo poesie dove raramente mancavano labirinti, cortili e qualche esegeta caduto in disgrazia. Mi piacevano questi argomenti, e anche se nelle poesie che scrivevo avevo cominciato a metterci dentro pure del whisky, delle sigarette e delle belle tette, [continua]

Save me

di in: Bazar

nel periodo di sogni di soli delfini nuotavo nel subconscio, nel mare con l’aiuto di quell’animale: la guida della mia coscienza di cui non potevo, di cui non posso fare senza. guizzante pesce intelligente tra le tue braccia niente mi spaventa e come io ti senta dentro me, nel mare del sogno subcosciente, una donna [continua]

Essi sono sempre in ritardo di un anno, di una annata, di un’idea”. Rivarol Tutti lo sanno, ormai, che il conte di Cavour, sul letto di morte, esclamava: «Abbiamo fatto abbastanza, noialtri: abbiamo fatto l’Italia, sì, l’Italia: ‘e la cosa va’…».   «La cosa va»: in quelle tre parole, a pensarci su, a ripetersele col [continua]

“Tempo fa, ero stato visitato dalla storia di Fulgenzio e Margitta, due giovani e amanti che improvvisamente si separavano, come accade nei romanzi alessandrini: Fulgenzio insegue un guru a forma di struzzo; Margitta rimane ad aspettarlo e conosce uno scultore anziano, profumato e gentile. Questo frammento appartiene a una delle visioni di Fulgenzio. Margitta ancora [continua]

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