Luigi Ghirri, La porta del cielo
Stregati da un jingle siamo, finiti, tutti seduti dopati capiti
L’azzurro reclama, l’azzurro sublima, questa puntata che sa di rapina
Se fuori non parte nessuna avventura, restiamo rapiti da suoni più miti
Nel buio d’intorno, nella cucina, un’eco di sogno adesso sviolina
Ripete le mosse un solo copione, che forse qualcuno dirà confezione:
Il blu della stoffa è un’impronta azzeccata; nel segno, e nel fondo, pulita, ordinata
Un fumo sospeso di compensazione prepara gli astanti all’astuta visione
Adesso riparte la scia musicata, talmente leggera che pare incantata…
Succede ogni giorno, quest’inconveniente. E resti inchiodato a quel senso di niente.

Il peso lieve dei sogni
La quête e il racconto morale: il Perceval di Eric Rohmer/ 2
Danzando tra caso e volontà. Un ricordo di Eric Rohmer
Poesie dell’amor fuggitivo





















