Timbuctù

a cura di Barbara Fiore

Il tappeto

di in: Timbuctù

Chissà da dove era arrivato il tappeto persiano che mi fu regalato, un tappeto non antico ma che certo aveva almeno un centinaio di anni, o forse assai di più. E chissà quindi dove era stato fino a quel momento, quando era arrivato a me. Era stato ripiegato in una pila di altri tappeti in [continua]

Non è facile ricominciare, tracciare un percorso mentale per riempire gli inevitabili, e incolmabili, buchi di ogni ricerca: ritornare, rivedere, ripensare… Un nuovo periodo di lavoro tra i Lobi del Burkina Faso. Sfidare un baratro di quattro anni di assenza. Forse, avrei dovuto iniziare un quaderno nuovo, senza tracce di terra rossa né striature appiccicose [continua]

Il pulmino percorre a fatica le grandi e caotiche città di questa parte dell’Africa Occidentale: Cotonou, capitale amministrativa del Benin, e Lomé, capitale del Togo, sono un dedalo di intricate stradine, per lo più sterrate e disseminate di buche, in cui la vita si perpetua nell’accezione più ampia del termine. Abitare le strade e lungo [continua]

In esclusiva per Zibaldoni, i diari di viaggio di Ferruccio Antongini, presentati dalla nipote Giovanna Antongini: “Mio zio era un lettore onnivoro, appassionato di musica, viaggiatore come suo fratello maggiore Nino, ambedue curiosi del mondo che si sono spartiti in specie negli anni tra il 1910 e il 1915: a Nino, Egitto, Grecia, Ceylon, India, Birmania, Giava, Isole del Pacifico; a Ferruccio, Medio e Estremo Oriente, Antille e Abissinia. Spiriti irrequieti, così come il cugino Tom, scrittore, editore, finanziatore di D’Annunzio nella vana speranza d’avere in esclusiva le opere del Vate e infine, dal 1909, segretario particolare del poeta… Chi era, o chi immagino fosse, posso solo dedurlo dai suoi diari di viaggio: centinaia di pagine che loro madre Haidé Dubini ha rilegato in quaderni con la copertina di cartone, battuti a macchina su una sorta di carta velina e con un inchiostro così tenue da rendere ancor più lontani quei luoghi remoti”.

In attesa dell’imbarco, tento di recuperare le poche notizie che ho di questo posto del mondo: lo Yemen, regno degli aromi, della mirra, dell’incenso; le tracce di Bilqis, la favolosa regina di Saba, saranno ancora leggibili? Il sito di Ma’rib, antica capitale del suo regno, pare sia ora visitabile anche se con qualche rischio. L’operazione [continua]

Nel 1948 usciva in Francia un testo di letteratura orale destinato a diventare rivoluzionario per lo studio della cosmologia e del mito, ma soprattutto per lo studio della parola e dell’espressione, attraverso la parola, del pensiero simbolico. Il libro è il celeberrimo Dieu d’eau [1] in cui, diviso in trentatré giornate, fluisce il racconto del mito [continua]

Il deserto che s’intravvede dall’aereo è disordinato, incerto e crostoso: una superficie rossastra perforata da enormi crateri scuri. Dall’alto, Damasco è verde di ordinate ortaglie, forme geometriche precise che sfumano là dove inizia l’abitato. Ricordo la descrizione del viaggiatore arabo Ibn Jubayr che la visitò nel 1184: “Venite al luogo dove la bellezza pernotta e [continua]

A bordo del piccolo aereo per Agadez, ripenso alla città che sto lasciando, Niamey: capitale del Niger, assetata dalla cronica siccità, asservita all’imposizione della  monocoltura di arachidi, governata da un presidente rigoroso e dogmatico. Silenziosa, non echi di risate, né musiche urlate da radio gracchianti, solo segno di vitalità le decine di lavandai che sbattono [continua]

Dopo giorni, alla fine della valle, scendiamo per una stretta gola nella piana, il viaggio è finito. Una sosta nel piccolo palmeto che sorge intorno a un pozzo. C’è un orto coltivato a menta, la scacchiera dell’orto in quel paesaggio di un’unica gamma di colori appare di un verde smagliante. La bellezza del luogo è data dalla uniformità: sabbia chiara, rocce, acacie dalle chiome piatte e spinose, e le tende ogivali di stuoie che hanno lo stesso colore e la stessa materia del paesaggio. Prendiamo la menta fresca e profumata da aggiungere al tè per la festa che accoglierà il ritorno della carovana. Al tramonto vengono portati legni e rami, il falò nello spazio al centro delle tende deve essere molto grande, la festa durerà infatti tutta la notte.

Suleyman

di in: Timbuctù

C’è un luogo nel nord del Mali, nel deserto verso Tombouctou. Da lontano, tra le dune, si vede la linea di un’altura diversa per colore dalle altre. Una collina rossa tra le colline scure. La collina si può guardare solo da lontano, tutti sanno che non ci si può avvicinare, là c’è Toumbayen, il villaggio [continua]

Scelta di passi e traduzione dal francese del Livre des merveilles de l’Inde, edizione francese del Kitab al-‘aja’ib al-Hind del capitano Bozorg, figlio di Shahriyar di Ramhormoz, a cura di di L. Marcel Devic, Leide-E.J.Brill, 1883-1886. Traduzione e cura di Barbara Fiore.