La canzone di Castellammare

di in: Paesologia

Se vieni a Napoli
e vedi Castellammare,
poi non muori,
non ti preoccupare –
rivivi.

Mentre dal mondo
tutto sparisce
a gran velocità,
a Castellammare
tutto
riappare.

Sparisce dal mondo inchiavardato
la visione dell’interiore
e della caducità.
Ma ecco nel Castello Fatato sul Mare
riappare
la finestra spalancata sulla strada
e quello
che c’è dietro: una tenda
bisunta semiaperta,
una donna
che lava i panni, un letto
disfatto –
nella cornice
del palazzo crollato,
le mura scrostate,
tra i rilievi nobili di un tempo
degli archi,
delle facciate.

Sparisce dal mondo benestante
la visione del genio
che richiede la povertà.
Ma ecco nel Castello Fatato sul Mare
riappare
la zingara con dietro la bambina
che apprende
all’antica scuola dell’elemosina,
entrando nella pezzenteria della parte
con bella artisticità –
è la tradizione
della miseria applicata,
del teatro
della nomade libertà.

Sparisce dal mondo patinato
la visione della femmina
e della misteriosità.
Ma ecco dal Castello Fatato sul Mare
spunta una nera vaiassa,
ampia la culatta,
afferra clienti per lo scialèt
del porto: cozze, fagioli,
caponata,
acqua del mare,
incroci di olezzi,
plastica dei tavoli unti
affacciati sul molo –
con un’elica gigantesca
sospesa al filo di una gru
sul capo di passanti e clienti
distrattamente beati.

Sparisce dal mondo solitario
la visione della vicinanza
e della familiarità.
Ma ecco nel Castello Fatato sul Mare
riappaiono
come sciami di moscerini
i bambini
aggrappati alle collottole
dei padri e delle madri,
in tre, in quattro, in cinque:
famiglie sfreccianti sui motorini
per le strade
dai nomi strani:
Via del Pittore Ignoto,
Via dell’Esilio,
Via senza Passaggio.

Sparisce dal mondo sazio
la visione della fame.
Ma ecco nel Castello Fatato sul Mare
riappare
la figura smilza, scarna,
di un uomo bianchiccio
che invita al parcheggio –
senza denti,
un ampio spazio concavo lo stomaco,
senza forze
e senza arte,
solo grande voluttà.

Mentre dal mondo impaurito
sparisce
la visione della mortalità,
ecco nel Castello Fatato sul Mare
sbucare dalla folla
le esequie del marinaio –
di notte,
catafalco
mal carriàto,
cavalli neri,
pianto infinito in sosta
davanti alle statuette
di San Catello e Padre Pio.

Se vieni a Napoli
e vedi Castellammare,
poi non muori,
non ti preoccupare –
rivivi.

Mentre dal mondo
tutto sparisce
a gran velocità,
qui
a Castellammare
tutto
riappare.