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Sed qui certi esse possunt vidisse omnia?” G. B. Vico, De nostri temporis studiorum ratione, III A quanto pare, oggi l’unico modo di intendere la fantasia è quello insulso e frivolo legato alle suggestioni dell’infanzia o agli stordimenti del cinema: alla saga del Signore degli anelli o a Harry Potter, per intenderci. Dire “fantastico” equivale [continua]

Io credo che bisogna ripensare a tutta la questione di come si impara a scrivere quando si è bambini, e a quel passaggio che compiamo prima di arrivare alla lettura silenziosa, cioè la lettura sillabando con la voce le parole scritte, e quindi riflettere su quando si rompe quel filo che collega la voce alla [continua]

Tsunami

di in: Bazar

Il dottore si sveglia quando arrivano sul litorale. Trema, poi si drizza sul sedile: “Guarda, guarda!”. Indica degli uomini là sul molto vicino al frangiflutti, mentre i cavalloni si levano sopra di loro, alti e bianchi. Anche l’amico li vede. In distanza sembrano sfollati, forse disoccupati, forse solo sfaccendati girovaghi. Tutto lo sfondo del mare [continua]

Le frasi prescritte, il pensiero confezionato, hanno perso il ricordo di questa mobilità eccitatoria delle parole, che in Leopardi viene in primo piano. Ed è questo il nucleo della sua “ultrafilosofia”, che pone in primo piano le affezioni, gli stati di sensibilità, messi a funzionare come il pennino oscillante d’un barometro.