In questi racconti di Alberto Volpi tornano fuori, in pelle umana, i vecchi amici animali dell’infanzia, con il loro carattere, l’andatura, le rivendicazioni e gli appetiti. E con una voce tutta loro, perché non si può pensare alle tacchine in bianco e ombrellino di Savinio, a un lupo o al serpente, senza che da quei corpi venga una strana retorica, ricercata e metaforica. Un libro sorprendente di uno scrittore raffinato e colto.
Dodici poesie per il decimo anniversario di Zibaldoni e altre meraviglie.
XVb Nei costumi del sesso il Signore si deve condurre in modo tale da non far periclitare lo Stato. Mai infatti deve presumere che gli atti suoi restino contenuti nella camera da letto, perché, per lo contrario, sono portati ai quattro angoli del globo dalla voce dei vicini prima e poi da quella del volgo. [continua]
A Lerici tra i sei e i tredici anni di educazione invernale, guardando da riva il mare 1. Il cappello femminile offertomi getta un’ombra coloniale tra le onde grigie degli olivi s’insinua adesso il mare 2. Concerto per tortole a più voci circa alle sei di mattina e alla persiana luce di marina 3. Un [continua]