Poesie Zen

Dodici poesie per il decimo anniversario di Zibaldoni e altre meraviglie.

0.
Aggiungere pochissimo al mondo:
quattr’ossa, un pensiero, due oggetti
deperibili:
minimale: meno male

 

1.

Il fumo dal comignolo
ha la forma
d’un pennacchio, non ha forma,
ha la forma d’un ciuffo non ha forma

 

2.

Il vortice dell’acquaio
scompare: un vuoto nero
rimane.

 

3.
Quello in piedi, nel cappotto
muove le labbra ma è lontano,
senti
puoi dire che parla?

 

4.
Chiuso nella capsula
dell’ascensore ultramoderno
non percepisco movimento;
dunque salgo scendo
sto fermo

 

5.
La ragazza allo specchio
si prova un cappello
e là vive
con me
che passo un momento.

 

6.
Dalle listelle semichiuse un dettaglio,
attorno il buio
il resto incerto del mondo.
Da questo non conosco,
attraverso quelli non so se esisto.

 

7.
Dafne mezza di carne
e mezza arbusto sbalordisce Apollo:
la poesia occidentale
senza parole quando non può definire.

 

8.

Entra ed esce dal manicomio
e dalla sua malattia
che è ormai quasi uno stato abituale,
come il dì e la notte fanno il giorno
e s’accorciano e s’allungano
nel corso dell’anno.

 

9.
Dicono che esistono i negri
bianchi,
indistinguibili
e che certi ebrei non si denunciano
come tali:
sguardi miopi e sospettosi nella fortezza.

 

10.
Camminando in silenzio sul sentiero
a cosa penso:
la cena da preparare, la crisi internazionale
o niente?
Piede dopo piede il cammino
abolisce il pensiero
e io sono il sentiero

 

11.
Nella nera notte tutte le vacche
sono nere e bigi i gatti nel grigio:
nel bianco distingui i morti
dai risorti?