Letteratura come fantasticazione. In conversazione con Gianni Celati

Presentazione del volume "Letteratura come fantasticazione. In conversazione con Gianni Celati", Edwin Mellen Press 2009 (Atti del convegno svoltosi a Leicester nel 2007 con Celati, Cavazzoni, Benati, Talon, De Vivo).

di in: De libris

Il presente volume [“Letteratura come fantasticazione. In conversazione con Gianni Celati”, Edwin Mellen Press 2009, ndr] nasce innanzitutto come tributo alla carriera di Gianni Celati in occasione del suo settantesimo compleanno, festeggiato con un convegno da noi organizzato in suo onore presso l’Università di Leicester, in Inghilterra, dal 2 al 4 maggio 2007, dal titolo Lettera tura come fantasticazione. In conversazione con Gianni Celati. Oltre all’opera di Celati, il volume rende omaggio al proficuo sodalizio artistico tra Celati e i colleghi/amici scrittori a lui più vicini, anch’essi ospiti al convegno: Daniele Benati, Ermanno Cavazzoni, Jean Talon ed Enrico De Vivo. Nella scelta di concentrarci sul gruppo, piuttosto che sul singolo ‘autore’,1 e sul tema, proposto dallo stesso Celati, della fantasticazione, quale ‘lavoro collettivo del pensiero’ (Celati), abbiamo voluto affrontare una nozione chiave della loro poetica finora poco discussa, l’idea che il lavoro letterario e artistico in generale sia un’emanazione di immagini da parte di un narratore/pensatore non isolato, ma in dialogo costante con altri e con una tradizione artistico/filosofica. Su questi temi al convegno si sono interrogati numerosi studiosi dell’opera di Celati, Benati e Cavazzoni, provenienti da varie parti del mondo, come pure gli scrittori stessi, creando, grazie a un continuo dialogo, un’atmosfera da ‘simposio’ che ha reso l’evento un’esperienza unica a detta di tutti i partecipanti. Sebbene sia impossibile ricreare in queste pagine l’atmosfera formatasi al colloquio, speriamo che dai saggi che seguono e dalla trascrizione delle tavole rotonde con gli scrittori sui temi della fantasticazione e della traduzione, trapeli l’emozione di un dialogo vero e il tentativo di suggerire nuove letture dell’opera e del pensiero degli scrittori ospiti, ovvero, da parte degli scrittori, lo sforzo di ‘ridiscutere tutta l’idea della letteratura’. In queste pagine iniziali introdurremo la questione della fantasticazione nella loro poetica riportando le principali linee del dibattito svoltosi al convegno, come sono emerse nei numerosi interventi degli scrittori e dei relatori durante tre intense giornate di lavori. Nel far ciò, sulla scia degli scrittori ospiti, intendiamo aprire il dibattito critico su questo e altri temi pertinenti alla scrittura celatiana, ovvero approfondire l’indagine dell’opera del Nostro, così ricca di spunti da esplorare, a partire, come sottolinea Iacoli nel suo intervento, dall’apporto teorico dei suoi testi, da rileggere in parallelo ad approcci critico/teorici consonanti.

La questione della fantasticazione è centrale nella poetica dei nostri scrittori e in particolare in quella di Gianni Celati , responsabile di aver coniato questo termine, ed uno degli scopi del nostro convegno e di questo volume è appunto quello di sviscerare il senso di questa nozione ed il suo ruolo nella poetica degli scrittori ospiti. La lingua italiana moderna non attesta il sostantivo fantasticazione, ma solo il verbo fantasticare nel significato di ‘cercare con la fantasia una spiegazione, ragione, idea’, o più spesso nell’accezione negativa di ‘abbandonarsi a congetture fantastiche’.2 I sostantivi fantasticaggine o fantasticheria hanno similmente un’accezione negativa, nell’indicare bizzarria, stravaganza, o chimera. Nel coniare ‘fantasticazione’ Celati si discosta dall’accezione negativa del fantasticare, recuperando questo atto come fondamentale al vivere e al pensiero umano. In questo neologismo egli sembra fondere i concetti di fantasia e immaginazione 3 che l’italiano moderno usa per definire nozioni simili, recuperando allo stesso tempo il senso antico di questi termini. Celati chiarisce questi concetti nel ‘Dialogo sulla fantasia’ con Massimo Rizzante, che, per gentile concessione degli autori appare come saggio iniziale, in quanto offre un ideale punto di partenza per il nostro colloquio.4In questa intervista, come nel suo intervento in apertura al convegno, Celati riprende il concetto di fantasia (dal greco phantasía) proposto da Aristotele nel De anima, quale processo di creazione di immagini nella mente che risulta dalla combinazione dell’esperienza dei sensi e del lavoro dell’intelletto.5 Nella filosofia di Aristotele, ha ricordato Celati al convegno, le operazioni intellettive non sono scollegate, ma nascono proprio da quelle immaginative, che a loro volta si basano su ciò che percepiamo attraverso i sensi, ovvero su ciò che ricordiamo con la memoria. Emergono qui due punti chiave, alla base dell’opera di Celati e dei suoi colleghi: l’inscindibilità tra la sfera sensoriale e intellettiva, grazie al tramite della fantasia, e l’indivisibilità tra immaginazione e memoria, intesa come memoria condivisa da una popolazione ma non come archivio, in quanto l’archivio crea l’illusione che i ricordi possano resistere inalterati nel tempo e implica staticità. Per i nostri autori, invece, il legame tra memoria ed immaginazione è basato sulla dinamicità, sul fatto che nulla può rimanere immutato nel tempo e che per restare vivi, e continuare a creare dei ponti tra passato e presente, i ricordi devono poter assumere significati diversi per gruppi di persone diverse e nel passaggio da una generazione ad un’altra. Dalla contiguità tra memoria ed immaginazione, che ora passiamo ad analizzare, scaturisce l’idea della fantasticazione come sfera liminale, nell’immagine proposta da Cavazzoni del limbo delle fantasticazioni, che considereremo in seguito.

[Brano tratto dall’introduzione di M. Spunta e L. Rorato al volume Letteratura come fantasticazione: in conversazione con Gianni Celati, a cura di Marina Spunta e Laura Rorato, Edwin Mellen Press 2009].

Il volume include i seguenti saggi e dialoghi registrati ai colloqui svoltisi all’Università di Leicester:
  • Massimo Rizzante , Prefazione, Verso l’al di là che ci costituisce
  • Marina Spunta e Laura Rorato, Lettera tura come fantasticazione
  • Gianni Celati e Massimo Rizzante, Dialogo sulla fantasia [Dialogo tenutosi nel maggio 2005 all’Università di Trento, rivisto per questa pubblicazione]
  • Tavola rotonda con Gianni Celati, Ermanno Cavazzoni, Jean Talon – parte prima
  • Ermanno Cavazzoni, Il grande limbo delle fantasticazioni
  • Tavola rotonda con Gianni Celati, Ermanno Cavazzoni, Jean Talon – parte seconda
  • Daniele Benati, Contro la sviolinata delle parole false
  • Enrico De Vivo, Creare miti per spiegare miti
  • Giulio Iacoli, Etnocomiche. Celati esploratore delle distanze
  • Anna Botta, Deambulazioni critiche sul nomadismo celatiano
  • Gerhild Fuchs, Fantasticazioni sullo spazio nell’opera di Ermanno Cavazzoni e Daniele Benati 
  • Pia Schwarz Lausten, Impegno e immaginazione nell’opera di Gianni Celati
  • Charles Klopp, Le epifanie negative di Gianni Celati
  • Rebecca West,, La donna fantasticata nel mondo celatiano
  • Sarah P. Hill, Finzioni da abitare: il paesaggio fantasticato di Gianni Celati e Luigi Ghirri
  • Epifanio Ajello, Gianni Celati e Luigi Ghirri. Un certo uso dello sguardo
  • Silvana Tamiozzo Goldmann, Le parole che leggiamo: strategie di oralizzazione nell’opera diGianni Celati
  • Elena Porciani, Le cornici invisibili di “Narratori delle pianure”
  • Monica Francioso, La forza della coerenza: la grammatica teorica celatiana e l’Einaudi
  • Anna Maria Chierici, Non solo traduzione: Gianni Celati a colloquio con i poeti
  • Lene Waage Petersen, Verso la voce. Come tradurre “Narratori delle pianure” di Gianni Celati : tra aperture semantiche e ascolto sensoriale del ritmo e della vocalità
  • Tavola rotonda sulla traduzione con Daniele Benati, Gianni Celati, Robert Lumley, Lene Waage Petersen (presidente di sessione Sharon Wood).
Ringraziamenti

Dal momento che questo volume è nato come diretta conseguenza del convegno “Letteratura come fantasticazione: in conversazione con Gianni Celati ”, svoltosi a Leicester nel maggio 2007, vorremmo iniziare ringraziando tutti coloro che vi hanno partecipato per aver contribuito non solo al successo di quell’evento ma anche per aver reso possibile la stesura di questo libro. In particolar modo ringraziamo Gianni Celati, Ermanno Cavazzoni, Daniele Benati, Jean Talon edEnrico De Vivo per la loro disponibilità ed il sostegno offertoci in ogni fase di questo progetto. Ringraziamo anche Sharon Wood, Michael Caesar e Claudia Nocentini per i consigli e l’aiuto datoci sia in sede di convegno sia nelle altre fasi di questo lavoro.

Un sentito grazie va anche alle seguenti persone: Oliver Brett, per l’aiuto datoci durante il convegno; Helmut Schmitz per il supporto costante; Heinz Schmidt per il contributo grafico; Moira Tait, senza il cui aiuto il libro non sarebbe mai uscito; Kayleigh Rescorla, per l’aiuto offerto nel riformattare alcuni saggi e Lorenzo Luzzani, per la sua competenza in questioni tecniche, relative alla formattazione di manoscritti, ma soprattutto per la sua calma e la sua pazienza.

Inoltre, si ringraziano Zara Fergyson e Gerwyn Owen per la loro preziosa opera di revisione della traduzione in inglese della prefazione.

Infine, ringraziamo l’Università di Leicester e l’Università di Bangor per averci permesso in diversi modi di realizzare questo progetto e le seguenti organizzazioni per i generosi ed indispensabili contributi finanziari: La British Academy , l’Istituto Italiano di Cultura di Londra e la Society for Italian Studies.

PER ORDINARLO:

Per ordinare una copia del libro, contattare la signora Iona Williams ; email:cs@mellen.demon.co.uk, telefono: 0044 (0)1570 423-356, fax: 0044 (0)1570 423 775, indirizzo postale: Order Department, The Edwin Mellen Press, Mellen House, 16 College Street, Lampeter, Ceredigion SA48 7DY.

  1. In ciò abbiamo seguito l’esempio del volume edito da Peter Kuon e Monica Bandella, Voci delle pianure (Firenze, Cesati, 2002), atti del convegno tenutosi a Salisburgo nel 2000, a cui avevano partecipato alcuni dei relatori presenti al nostro convegno.  
  2. Il Nuovo Zingarelli, ed. 1991.  
  3. Il Nuovo Zingarelli (1991) definisce fantasia in primo luogo come ‘facoltà di interpretare i dati dell’esperienza o di rappresentare contenuti inesistenti in immagini sensibili’. Immaginazione è definita quale ‘facoltà di pensare senza regole fisse e di associare liberamente i dati dell’esperienza sensibile’.  
  4. Si ringraziano entrambi gli autori per averci concesso di ripubblicare il ‘Dialogo sulla fantasia’ tenutosi nel maggio 2005 presso l’Università di Trento, ed apparso con il titolo ‘Dialogo sulla fantasia. Gianni Celati risponde a Massimo Rizzante’ sulle pagine di Zibaldoni e altre meraviglie, 19 settembre 2005, https://www.zibaldoni.it/seconda_serie/2005_09_19.htm e poi pubblicato con lo stesso titolo in Best off 2006Lettera tura e industria culturale, a cura di G. Mozzi (Roma, minimumfax, 2006).  
  5. Come suggerisce Silvana Borutti, ‘Phantasía significa in rapporto a phainein, apparire: non ha dunque il significato moderno di immaginazione come facoltà produttiva di immagini (Einbildungskraft, in Kant); significa invece uno stato, un’affezione (pathema) del pensiero che aderisce all’apparenza e al livello sensibile e variabile delle cose, rimanendo in una condizione di illusione’. S. Borutti, Filosofia dei sensi. Estetica del pensiero tra filosofia, arte e letteratura (Milano, Raffaello Cortina Editore, 2006), pp. xiv-xv. In ciò Borutti prende spunto da J. P. Vernant, Nascita di immagini (Milano, Il Saggiatore, 1982), ed. orig. 1979, traduzione di A. Montagna, pp. 133-34.