Un tempo si partiva per l’Africa nera o per l’estremo Oriente in cerca di esotismo e di sole, di paesaggi incontaminati e di Natura vergine, di brividi e avventura.
Oggi, più prosaicamente, per rigenerare una desolata esistenza ministeriale, si emigra verso una confortevole stazione orbitale, con sconti vertiginosi tutto compreso, di solito nella cintura degli asteroidi, come va tanto di moda ai giorni nostri.
Ma si vocifera nei corridoi del Potere, che i più temerari nonché facoltosi, a totale sprezzo del pericolo e del ridicolo, si spingano fino a quelle più esclusive, che gravitano intorno alle lune di Giove, o addirittura villeggino orbitando nei pressi degli anelli di Saturno!
Ma è tutto inutile, futile, persino deprimente.
I tempi eroici del colonialismo rampante, dei missionari e degli esploratori, sono alle spalle per sempre.
Dopo il lungo viaggio nello Spazio, dopo aver coscienziosamente cercato di mettere quanta più distanza possibile tra sé e la Terra, al malcapitato pioniere interstellare può accadere di imbattersi, già al bancone della Reception del panoramico Resort a 5 stelle, prenotato da anni con comprensibile orgoglio, nel vicino dello stesso pianerottolo, scala B, coinquilino del medesimo condominio in cui si risiede nella propria anonima, incolore esistenza terrestre, o, se si è particolarmente sfigati, nella parrucchiera sotto casa, persino nel collega dell’ufficio accanto, quello più odioso, con il suo insopportabile accento abruzzese, un brufolo irto di peli ispidi appena sotto il naso e un finto rolex d’oro al polso, che lo saluta con slancio sospetto, con enfasi e cordialità un po’ eccessiva, quando, su scala terrestre, nell’androne del palazzo o per le scale, di solito tirava dritto senza neanche salutare, disdegnando di rispondere anche al più mite e inoffensivo “buongiorno.”