Tondelli, individuo come tutti

L’intento di Campofreda è quello di fornire una “interpretazione che superi una lettura esclusivamente generazionale dell’opera tondelliana, già a partire da questi primi scritti giovanili”.

di in: De libris

Nel perimetro della collana Eterotopie, Mimesis pubblica il saggio di Olga Campofreda, Dalla generazione all’individuo. Giovinezza, identità, impegno nell’opera di Pier Vittorio Tondelli, comprensivo di due inediti dell’autore di Altri libertini.

Campofreda descrive il progetto come una “indagine nata dal desiderio di portare alla luce le ragioni per le quali l’autore ha sentito la necessità di rompere i codici tradizionali e modificarli” (p.11).

I tre temi portanti della ricerca sono, come recita il titolo, giovinezza, identità ed impegno.

Il volume si configura come uno studio “compiuto”, oltre il semplice omaggio “emotivo” caratterizzante numerose, precedenti pubblicazioni dedicate allo scrittore di Correggio, divenendo – privo al contempo, come risulta, di derive ideologiche – guida insostituibile per accostarsi alla produzione di Tondelli, come pochi altri testi (ricordo quelli a firma di Roberto Carnero, Enrico Palandri, Enrico Minardi).

L’approccio evita la mera interpretazione diaristica, incentrandosi sulla produzione letteraria piuttosto che sul “personaggio” Tondelli, icona dello scrittore degli anni ottanta.

L’unicum del lavoro è quello di non ridurre il corpus letterario tondelliano a semplice rappresentazione di un determinato periodo storico o di portavoce generazionale (sia esso il ’77, la ribellione giovanile, “gli anni ottanta”), mettendo in luce il distacco dai codici letterari preesistenti, come la cosiddetta avanguardia. Ne consegue la peculiare attenzione all’impegno dello scrittore – e dell’intellettuale – “contro la letteratura di massa degli anni ottanta, contro la standardizzazione del linguaggio, contro il conservatorismo culturale della cultura piccolo-borghese italiana del tempo” (p.22).

Il tema della giovinezza viene declinato come una sorta di condizione permanente ed identitaria, che prevede l’esclusione del mondo degli adulti, evidenziando gli influssi della letteratura romantica (Foscolo, Goethe) e degli amati scrittori della beat generation (Kerouac, anzitutto), da cui deriva l’esperienza del viaggio e l’adozione di pratiche – e preghiere – zen.

L’autrice ricorre alla disamina di due inediti, risalenti al periodo giovanile di Tondelli, conservati presso il Centro di documentazione Pier Vittorio Tondelli, con sede a Correggio, che nel 2018 ne ha catalogato il corpus letterario. Si tratta di due testi pensati per essere rappresentati come performance, antecedenti alla pubblicazione di Altri libertini.

Il primo si intitola Jungen Werther/Esecuzioni, rappresentato nel 1978, quattro monologhi di “eroi letterari”, morti suicidi, ispirati da: I dolori del giovane Werther, di Goethe, Le ultime lettere di Jacopo Ortis, Foscolo, L’anonimo lombardo, di Arbasino, Lettere da Sodoma, di Bellezza.

Il secondo, Appunti per un intervento teatrale sulla condizione giovanile, risalente al 1979, mai rappresentato, sul tema della fuga e dagli spiccati accenti beat.

Nell’ambito della sezione dedicata, si analizza anche l’intervento di Tondelli presso il convegno “Rencontre internationale Jack Kerouac”, 1987, ed il reportage del viaggio in Québec.

L’intento di Campofreda è quello di fornire una “interpretazione che superi una lettura esclusivamente generazionale dell’opera tondelliana, già a partire da questi primi scritti giovanili” (p.45).

La seconda sezione del volume prefigura il tema della giovinezza come condizione oppositiva rispetto a concetti quali omologazione, conformità ed integrazione, soffermandosi, in particolare, su Altri libertini e Pao Pao, quest’ultimo accostato, per i temi, a certa produzione di Aldo Palazzeschi, approfondendo l’analis sulla scorta degli studi di Franco Moretti: la giovinezza viene, quindi, intesa non come l’abbrivio ad un processo di formazione, bensì come esperienza di vita ai margini, anche in senso politico, oltre che di rottura rispetto alla tradizione letteraria del Bildungsroman.

In questo capitolo, assai originale risulta l’interpretazione del personaggio di Claudia, da Rimini, definita “ultimo dei libertini tondelliani” (p.119), figura che permette a Tondelli di “continuare a ragionare sul modello di giovinezza rappresentato in Altri libertini per poi abbandonarlo in luogo di un percorso diverso, meno ribelle e più meditativo, che lo conduce alla scrittura di Camere separate” (p.114): in sede di Conclusioni, Campofreda afferma che, con il personaggio di Claudia, Tondelli “dice addio al rifiuto violento della società” (p.224)

Il terzo capitolo approfondisce lo studio della fase più minimalista e raccolta della produzione di Tondelli, nei toni quanto nell’espressione, analizzando Biglietti agli amici, qualificato come “il momento del fading, una sparizione lenta, momentanea che servirà a Tondelli a interrogarsi sui modi della propria voce letteraria” (p.143),e Camere separate, con particolare attenzione all’interesse per la letteratura mistica ed alla dimensione del culto orientale, quanto alle loro influenze riscontrabili nella produzione dello scrittore, nella seconda metà degli anni ottanta. In questa sezione, la scrittura viene intesa come possibilità di superare lo status della giovinezza, esplicitata nel personaggio, indimenticabile, di Leo, di Camere separate, nell’ottica di un approccio alla maturità che non aderisca a modelli canonici della società (matrimonio, lavoro), bensì accettando la propria diversa identità individuale.

Infine, l’ultimo capitolo declina la giovinezza analizzando il Tondelli curatore, in particolare prendendo in esame i testi inclusi nelle tre antologie per il progetto Under 25: Giovani blues, Belli e perversi, Papergang. Il percorso di valutazione e di selezione dei testi viene descritto come “una sorta di scrittura creativa per corrispondenza”, approcciato “intraprendendo un fitto lavoro di editing con gli autori dei testi selezionati e da pubblicare” (p.182): il metodo di Tondelli viene confrontato con il lavoro di Gianni Celati per il testo collettivo edito sotto il titolo di Alice disambientata. In questo capitolo, il tema della giovinezza viene inteso come impegno a difesa dell’identità, ancora nei confronti dell’omologazione (nella vita, quanto nella scrittura), a partire dai principi linguistici adottati dagli autori coinvolti da Tondelli, nei quali risulta frequente il ricorso al dialetto ed alle forme gergali.

L’accurata indagine include, oltre a frequenti, puntuali riferimenti alle opere dello scrittore di Correggio, una intervista al fratello, Guido, ed in Appendice reca la riproduzione dei dattiloscritti dei due inediti menzionati.