“Questo articolo sarebbe dovuto uscire, in una versione appena diversa, il 1° gennaio scorso. Il giorno prima, nel pomeriggio, Marco Olivotto mi comunicò la morte, avvenuta da poche ore, di Paolo Benvegnù. Chiamai Enrico De Vivo e fermai la pubblicazione. Fu un turbamento grande, non ero pronto a unirmi al coro mediatico del lutto. Il San Silvestro con Marco, quella sera, fu un veglione funebre. Due giorni dopo salutammo Paolo nella camera ardente a Brescia, ma a me ci volle un po’ per tornare ad ascoltarlo, poi ci ho messo cinque mesi per riprendere in mano questo testo. Mi hanno incoraggiato amici con cui ho da poco condiviso un concerto-tributo per questo artista senza eguali, alto negli esiti e capace di muovere e instaurare affetti ovunque arrivasse. L’impressione, in simili spettacoli, che Benvegnù sia vivo, vivissimo in tutti quelli che lo ascoltano e l’hanno amato, mi ha indotto a lasciare il racconto così com’era: al presente, come se Paolo fosse davvero ancora qui”. S. Z.
Un ritratto di Marco Olivotto, protagonista seminascosto della scena musicale e artistica degli ultimi decenni.
Questo è Godot. Come faccio a saperlo? Non ne ho idea, è così e basta. Tutt’a un tratto era qui e ha detto di essere Godot. Ovviamente ho subito dubitato e pensato: Godot, ma è quello che aspettano sempre nell’opera teatrale di quell’irlandese. Loro aspettano e lui non arriva. Vabbè, ma che ci si può [continua]
Questa volta valico i confini della valle in cui mi trovo a vivere, ma invece di prendere l’auto e scivolare lungo la tratta autostradale più cara d’Italia, o prendere il treno e perdermi nella tratta ferroviaria più lenta d’Europa, mi lascerò trasportare dai libri. Ecco, “Il delta” di Kurt Lanthaler (Alphabeta edizioni, 2016) è il [continua]
Un racconto di Georg Gehlhoff tradotto per ZIBALDONI da Stefano Zangrando.
È uscito da qualche settimana Il delta, romanzo di Kurt Lanthaler tradotto da Stefano Zangrando. Per gentile concessione dell’editore Alpha Beta, proponiamo alcuni capitoli dell’opera.
Un articolo di Claudio Morandini dedicato a “Zibaldoni e altre meraviglie” su “Letteratitudine”.
Pablo d’Ors l’ho scoperto grazie al consiglio di lettura di un amico scrittore, e non poteva essere altrimenti. Proprio così: con l’estinguersi delle librerie indipendenti – nel 2014 hanno chiuso tutte e tre quelle che frequentavo sulla linea del Brennero – e in assenza di una pubblicistica abbastanza autorevole da opporsi allo smarrimento del senso [continua]
Oggi, 23 aprile 2015, ZIBALDONI celebra la Giornata mondiale del libro con la pubblicazione di un nuovo ebook dal titolo Mezze misure, nella collana ZiBook Lontananze. Gustavo Paradiso intervista in esclusiva per noi l’autore, Stefano Zangrando.
«Mi chiedevo se tutta quella fortuna l’avrei mai inserita nel mio cosiddetto curriculum, come si usa fare oggi, che tutto finisce nel curriculum, fesseria delle fesserie: fare le cose anche perché “fanno curriculum”– ma cos’è questa obbedienza al “curriculum”? E fino a che età, poi? Fino a quando uno deve dipendere dal proprio “curriculum”? Trentacinque [continua]
Un racconto di Ingo Schulze e Christine Traber tradotto per ZIBALDONI da Stefano Zangrando.
Un video di Stefano Zangrando, con immagine intrusa.
Riprendo dopo vari mesi la riflessione avviata con il post inaugurale di questa rubrica. Qui a Zibaldoni si sapeva che in seguito mi sarei ritirato nel silenzio, e ho trovato comprensione per la mia impasse. Un collaboratore della rivista, in particolare, si è mostrato particolarmente caloroso, raccomandandomi di non mollare, letteralmente di «tener testa agli [continua]
Esce in questi giorni Sacrificio di Giacomo Sartori (Italic). Proponiamo qui l’incipit del libro e una nostra recensione alla prima edizione del 2008.
Nella sua epoca, l’epoca delle avanguardie, l’opera di Macedonio Fernández sembrava concepita per un lettore futuro, abitante di una città virtuale, capace di provare un’intensa commozione per mezzo delle parole e disposto a demolire tutti i miti sui quali si era andata creando la sua personalità. Un lettore eccezionale nel XX secolo ma, per ragioni [continua]
Caro A., da dove nasce questa tua improvvisa insofferenza verso chi dichiara di stare “lavorando a un romanzo” o di voler finalmente, dopo due plaquette di poesia o vent’anni di lavoro dipendente o tre da blogger, “scrivere un romanzo”? Da sempre non condividi l’uso che della parola “romanzo” fanno le persone mediamente colte del tuo [continua]