Intervista a Gianni Agostinelli

Gianni Agostinelli

Gustavo Paradiso: Qual è il tema o il motivo – se ce ne è uno – che unisce i racconti de La fine dei nostri problemi?

 

 Gianni Agostinelli: Sono racconti, alcuni molto brevi, accomunati dalla volontà di immergersi nel tempo presente della narrazione di un accadimento. Un istante della giornata, un piccolo particolare che delimita lo spazio di ognuno: il tempo di fare benzina, quello di un concerto, un salto in rosticceria o un sabato sera. Piccole istantanee, in cui però non sempre si rivela davvero qualcosa.

 

Gustavo Paradiso: Non credi che così facendo resti al lettore un senso di incompletezza?

 

 Gianni Agostinelli: Sì, è proprio così. Quando scrivo un racconto non voglio spiegare per filo e per segno cosa è accaduto, cosa sta accadendo e cosa succederà in futuro al personaggio. Io non voglio intrattenere nessuno e nemmeno sorprendere il lettore costringendolo a correre dietro a interi paragrafi di metafore per spiegare l’assurdità di certe giornate o l’insoddisfazione di chi cerca qualcosa che non sa nemmeno definire. Racconto  delle piccole storie, certamente inscritte in un’altra più grande, ma che tuttavia rappresentano (per il personaggio e anche per me) tutto quello che c’è da dire di quel preciso momento. E nient’altro.

 

Gustavo Paradiso: Hai accennato brevemente al tuo stile narrativo. Trovo che il linguaggio parlato, il flusso di pensieri sia piuttosto preponderante.

 

 Gianni Agostinelli: Il linguaggio segue i pensieri e i gesti dei vari protagonisti. Ho cercato di renderli con un linguaggio asciutto e con uno stile che si adatta al carattere dei personaggi, anche perché non voglio mettermi in mezzo tra la storia e chi la sta vivendo. O, almeno, non troppo.

 

Gustavo Paradiso: Alcuni di questi racconti sono già stati pubblicati sul web e su riviste cartacee.

 

 Gianni Agostinelli: Sì. Non sono propriamente tutti inediti. Il primo ad essere pubblicato è stato La lingua, postato da Massimo Rizzante su Nazione Indiana. Da lì alcuni altri. Una manciata, degli oltre venti che compongono questa raccolta, sono stati pubblicati su Zibaldoni, Granta.it, ‘tina, Atti Impuri, Nuova Prosa e altre riviste sul web.

 

Gustavo Paradiso: Il titolo della raccolta riprende quello di un racconto, La fine dei nostri problemi. Ecco, sembra un titolo che apra a una qualche speranza e si discosta dalla sensazione, anche di amarezza, che i tuoi racconti lasciano addosso.

 

 Gianni Agostinelli: Sia per il racconto da cui è tratto il titolo, sia per l’intera raccolta, vale l’idea che “la fine dei nostri problemi” coincide con l’arrivo di un problema diverso e la risoluzione di uno non corrisponde necessariamente ad un bel sorriso. Spesso con i problemi e con le nostre debolezze si convive per sempre.

 

Gustavo Paradiso: Certo, però la fine potrebbe essere anche un nuovo inizio, e spesso basta cominciare per sentirsi già meglio…

 

Gianni Agostinelli: Sì, ma potrebbe essere anche un inizio peggiore di come si è finito. E allora sarebbe stato meglio vivere una fine e basta. Ma sono punti di vista, ovviamente.

 

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