Per Domenico Rea

Ricorre oggi il centenario della nascita di Domenica Rea (8 settembre 1921 – 26 gennaio 1994), scrittore tragico e selvaggio tra i più misconosciuti del nostro Novecento, nato a Napoli e vissuto a Nofi (“questo paese che non riuscii a chiamare mai col suo vero nome”). Pubblichiamo qui “Il Regno”, pezzo iniziale di “Nubi”, un piccolo prosimetro del 1976 dedicato all’infanzia nella terra natia. L’aria onirica e malinconica che vi circola è una delle caratteristiche della sua poetica, e potrebbe invogliare forse alla riscoperta del suo universo immaginifico.

di in: Bazar

Il Regno

di Domenico Rea

Mulattiere prati paglia

i muretti le campagne

di San Mauro i contadini

oche uccelli colombaie

con le gazze, brevi voli,

sulle corde dei colori

i pinnacoli diruti

delle torri. Ai ponti il vespro.

Lieto in nacchere salivo

coi capelli da bambina

con la fionda per faretra

una mazza per cavallo

casco e piume immaginari

fino ai limiti del cielo.

Ivi all’ombra della Luna

sui Tre colli, come buoi

ruminanti il prato bruno,

sul destriero, aspro e felice

come un Dio illuminato,

come un volo era il mio grido.

“O mondo! O tempo!” a falde

decaduto. Il mio regno

inaridito agli orli

di povere dimenticanze.

San Mauro, i ponti di Casolla, di Merichi, di Liporta, i Tre Colli, Chivoli, Castelluccio, Sant’Andrea, pinnacoli e torri (il Castello del Parco) sono ancora a Nofi – questo paese che non riuscii a chiamare mai col suo vero nome – dove fui portato da Napoli nel ’23, a due anni di età. Appassionato dell’Opera dei Pupi, le storie dei Paladini e di altri Guerrieri (Guerin, detto il Meschino, Orlando e Rinaldo, Fioravante e Rizieri, Belisario) furono il primo pane, una prima rozza fonte di cultura e un trampolino per tuffarmi nel pelago delle illusioni.

[I murales ispirati a Rea visibili nella foto qui sopra, scattata in una strada di Napoli, sono di Giovanni Robustelli]