Archivi tag: Francesca Andreini

Non sapevo cosa aspettarmi. Qualcuno mi aveva parlato di questo uso a me sconosciuto, che invece qui è all’ordine del giorno, di mettere in vendita le parti mobili dentro il bene immobile. Se cambi casa e devi liberarti dell’arredamento diventato inutile fai una estate sale. Se sei vecchio e devi racimolare soldi per trasferirti in [continua]

Conosco bene una ragazza del Senegal. Viene da uno di questi villaggi sereni, scanditi da luce e ombra, suoni, voci, vento e sabbia rossa. Le donne con i bambini legati da sempre dietro la schiena e gli uomini chini da sempre sulle zolle aspre. Il fiume che corre poco lontano e le mangrovie che frugano [continua]

I PARTE Per la notte di Halloween ti sei messo addosso una palandrana dei periodi confusi della tua giovinezza in cui ti sentivi misterioso e collegato al tempo stesso. Ti impallidivi la faccia e ti vestivi solo di nero. Il cappotto è strano, fuori ogni moda ma l’hai conservato con la scusa che è molto [continua]

Noi siamo in mezzo a un ciclone, un vento fortissimo che scuote tutto ciò che abbiamo intorno e lo minaccia, lo strappa alle nostre mani, da sotto i nostri piedi, alla vista e all’udito. Così, una faccia amica e un luogo che abbiamo frequentato per anni, un angolo caro di una strada, una spalla su [continua]

Aveva penato più di un mese, a farlo prendere allo studio Donati. Il babbo, ce lo trascinava tutte le mattine, prima dell’apertura, con il naso infreddolito e il cervello ancora perso fra i sogni. I colli magri a sciagattare nei colletti duri d’amido, la brillantina a cercare di fare ordine fra le stoppie gialle della [continua]

Ho letto da qualche parte, qualche tempo fa, che qualcuno di molto seguito, tipo la psicologa autrice dell’ultimo best seller, ha dato una autorevole definizione della felicità. Cos’è la felicità? Dice la psicologa (ma non mi ricordo se era davvero una psicologa perché ho la memoria molto labile) che la felicità è il raggiungimento degli [continua]

Il sole tramonta trascinandosi dietro le piroghe, in fila sul mare indaco, verso la luce cadente. Awa guarda e aspetta l’ora favorevole per comprare il pesce, alla fine del giorno. A quell’ora puzza e ha l’occhio spento, allora costa meno. Mentre le piroghe scivolano al largo e anche il trambusto della città sembra silenzioso. Tacitato [continua]

Gino/ 29

di in: Gino

Fuggire e non fuggire Una notte, Gino lo svegliarono dei rumori di mobili sbattuti. No… non erano i mobili sbattuti… era qualcuno che ci sbatteva contro… Poi un urlo soffocò in un rantolo e dopo un tonfo, rumore di cosa che si contorce per terra. Corse in cucina e ci trovò Adele tutta accartocciata. Le [continua]

Gino/ 28

di in: Gino

Dai Ricci Il signor Ricci, il padrone, non c’aveva mai avuto un problema. A dire il vero nemmeno suo padre, che aveva avuto il magazzino dal suo, che l’aveva avuto dal suo. Nei mattoni rossi e il legno stagionato degli scaffali c’era già passato un secolo d’anni e tutti senza problemi. Siccome avevano investito soldi [continua]

Gino/ 27

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Mattoni Davanti a Siena, trasfigurati. Stavano tutti e due muti e sgranati di meraviglia. Davanti a loro, rossa e raccolta, tutta insieme gli si parava la città con le torri e i tetti stretti, mura e pietre e mattoni. Non si mossero per un po’. Non ci potevano credere, d’essere arrivati. Dopo il temporale, a [continua]

Gino/ 26

di in: Gino

Dall’alba fino a Siena Le dita rosa dell’alba spingevano in su il buio. Striscia luminosissima e strinta, poi sempre più larga e chiara. Si piegava veloce e spandeva in arco nitido. Finché, dietro una collina bassa, il sole sbucò improvviso sulla campagna. Gino sorrise. Da ore al buio, sbarrando l’anima in attesa della luce, cominciava [continua]

Gino/ 25

di in: Gino

Via Gino non voleva guardare. Ficcò la faccia sul petto senza seno della Sara e lì cercò di dimenticare, anche solo per un istante, che stava per morire. Gli si chiuse la strozza e le lacrime scivolarono giù a lavare via gli ultimi istanti, brillando i saluti alla luce tersa, all’aria gialla, al petto largo [continua]