Scartafacci e punzecchiature/ 9

Nella mia scrittura l’arroganza dell’epigono si scontra con la vanità del copista.

di in: Bazar

Reciprocità: essendo un narcisista carente di specchi, solo desidero desiderarla…

L’agonia, nelle civiltà non meno che nelle persone, dura sempre un secolo, un’ora o un istante di troppo.

Sotto le ceneri del vulcano: devo confessare di essermi trasferito in Messico per non smettere di fumare – a fronte del sismo e del militarismo, il minor fattore di rischio sembra essere proprio il tabagismo!

V’è una patente simmetria fra la mia esistenza e le sue ripercussioni letterarie: in ambedue i casi si tratta di pericolanti centoni, costruiti con materiali di riporto.

In realtà, io sarei un conformista – è lo spirito del tempo che ha deciso di divorziare da me.

Le lingue morte cominciarono a morire il giorno in cui mia madre regalò a tradimento il mio Rocci, il mio Calonghi, il mio Badellino…

Ho visto le mediocri menti della mia generazione occupare fluidamente il Ninfeo di Villa Giulia, nell’imminenza del fatidico sbarco sulla riva centro-sinistra del Po.

In terra azteca – secondo taluni intelletti illuminati – un maschio bianco, europeo ed eterosessuale (nonché di mezza età!) non dovrebbe permettersi di coltivare il vizio inconfessabile del pensiero critico.

Sono vittima di un Negroni sbagliato

oppure di un fato adulterato?

Nella mia scrittura l’arroganza dell’epigono si scontra con la vanità del copista.

Vi sono regole per una stroncatura?

Se così fosse, io prediligerei la citazione all’arma bianca e l’omicidio-suicidio.

Le amorose dediche, apposte ai libri che nonostante tutto scriviamo, sono la cronologia delle disfatte che ci meritiamo.

Età di mezzo: occhio non vede, cuore fibrilla.