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“Zibaldoni e altre meraviglie” è una rivista letteraria fondata nel dicembre 2002 da Enrico De Vivo e Gianluca Virgilio.

Il Gorilla Quadrumàno è un libro di viaggio, un viaggio collettivo nel quale vengono annotati, per ogni tappa, gli incontri, i dialoghi, le canzoni, le storie e i problemi delle persone incontrate da Giuliano Scabia e dai suoi studenti nell’Appennino Reggiano e poi a Porto Marghera: “La forma del viaggio è quella che meglio descrive [continua]

La letteratura, ha detto Giorgio Manganelli, è menzogna. Ma la menzogna è il suo rigore: “tutto è esatto e tutto è mentito”. Cerimoniale bugiardo, essa “possiede e governa il nulla”. Niente di tutto questo in Walser. La sua scrittura non mente e ancor meno governa il nulla.

Quando c’era la Fera di Zangh, che era più la grande dell’anno, e capitava d’autunno, c’erano quelli che affittavano il letto ai forestieri, e i padroni di casa dormivano sulle scale. Sapevano infilarsi nella Sala Roma, al cinema Stabile meglio di un raggio di sole. Odoravano di mosto pure gli angeli custodi, gli piacevano gli [continua]

Tutti cadiamo. Questa mano cade. Guardati intorno e tutto intorno cade. “Ci vogliono proprio le umiliazioni per sollevarmi alla pura gioia di Dio?”, si chiede il giovane Giuseppe Marti, impiegato tuttofare di casa Tobler, nel libro di Robert Walser, L’assistente. Una domanda, questa, che con grazia fulminea rivela Walser molto più di quanto non facciano [continua]

Il ricordo del Meraviglioso Libro Inventato è legato al viaggio in Francia di dieci anni fa con Giorgio e Fabio. Il libretto me lo aveva prestato Enzo Garramone, un signore dalla barba bianca, collezionista di fumetti degli anni quaranta e cinquanta, uomo di una gentilezza estrema, un po’ allucinata; signore di altri tempi, dalla voce [continua]

Era domenica pomeriggio. Sedevamo davanti a un bicchiere di vino e valutavamo se, malgrado tutti i nostri dubbi, fosse possibile realizzare il progetto del film. Avevamo intenzione di fare un film su Robert Walser. Potevamo partire da uno o dall’altro dei luoghi dove lo scrittore aveva fatto tappa, dalla banca cantonale, per esempio, oppure dall’albergo [continua]

Gino/ 36-38

di in: Gino

36. Nella Wehrmacht Arrivarono la mattina presto, nell’aria pizzichina di settembre, i soldati tedeschi. A camionate, ne scendeva; via giù un salto e poi di corsa. Gino li guardava dalla finestra moversi decisi per prendere la caserma. Nella luce tonda di settembre, veloci peggio delle cavallette, dentro e fuori gli uffici, gli alloggi ufficiali, mentre [continua]

1. Avvicinarsi a Robert Walser da psichiatra, avendone amato e ammirato da anni la scrittura, comporta esitazione, cautela, imbarazzo anche. Da oltre un secolo la psichiatria è penetrata spavaldamente nei territori dell’arte, della musica, della letteratura, pretendendo di spiegare o interpretare i prodotti della creazione artistica in termini di psicopatologia o, viceversa, di diagnosticare la [continua]

Gino /33-35

di in: Gino

33. Giochi Adesso erano in due, imbacuccati dentro la miseria, al freddo. Passavano le giornate a farsi durare le tessere e le quattro lire dei risparmi, a cercare di scroccare da bere agli amici del bar, a giocare a carte scommettendo sigarette e a gironzolare per strada. A Gino gli veniva male a pensare ai [continua]

Ho ascoltato molto volentieri le cose che sono state dette soprattutto da Bernhard Echte, queste osservazioni sui microgrammi. Si è parlato molto della scrittura microscopica, che certo è molto rilevante e appariscente, ma una cosa notevole è anche la carta, su che cosa cioè Walser scrive. Questo lo trovo estremamente interessante e significativo. A me [continua]

Ritorno

di in: Gino

Decidere dove andare era come guardare la nebbia: più ci fissava gli sforzi, più si infittiva la confusione. Allora camminò ancora più veloce e si lasciò andare alle strade e le pietre rosse, i mattoni, i percorsi ritorti delle vie. Ci pensassero loro, a guidarlo. Solo una volta seduto sul sedile, coi primi addii dei [continua]

XXI. Il mondo dovunque è cambiato, ma qui . . . Alla corte dell’Imperatore Federico giungevano da ogni parte del mondo artisti, musici e favellatori, oltre che gente dotata in qualche misura di abilità varie: schermitori, giostratori. E questo perché Federico aveva fama di essere sommamente generoso verso uomini siffatti, dediti ossia alla cura delle arti. Durante [continua]

Quando ero giovane, per un’estate ho frequentato un mercato sul lago di Garda. Con il nostro banco di chincaglierie ci spostavamo giorno dopo giorno nei paesi del circondario. Se me lo ricordo come un periodo meraviglioso è perché il posto che ci era stato assegnato era proprio di fronte a un venditore di fazzoletti, un [continua]

“Scrivere significa accalorarsi in silenzio”, dice Walser-Fritz Kocher. “Chi non sa star seduto tranquillo ma deve sempre far fracasso e darsi arie perché sta eseguendo un lavoro, non potrà mai scrivere in modo piacevole e vivace”.