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In questo viavai cosacco tra passato e futuro le Bilance non vengono mai capite, ma questo non le fa desistere dal gioco: anzi, a propria volta, con sottile e metafisica vendetta, le Bilance denunciano come incomprensibile, per non dire francamente cretino, il fatto che per il resto del mondo passato e futuro abbiano due nature distinte.

Ho sempre sostenuto che la mia città doveva sprovincializzarsi; beh ora abbiamo fornito al mondo l’immagine iconica che probabilmente resterà a simboleggiare questi mesi: la processione di camion dell’esercito, carichi di bare, che attraversano le strade notturne, emettendo un rumore sordo e persistente.

Ne parlano e lo invocano Miguel de Unamuno, José Ortega y Gasset, María Zambrano, ma anche Luigi Pirandello e Thomas Mann: Don Chisciotte (o, a seconda dei punti di vista, il suo creatore Miguel de Cervantes) è l’eroe moderno per eccellenza, l’uomo creatore di mondi, avversario e complice segreto del ridicolo. In breve: il simbolo [continua]

A Milano, in pieno centro, chiusa tra il Castello Sforzesco e l’Arco della Pace, c’è una città nella città, fatta di alberi, foglie, panchine e laghetti: è il parco Sempione. Ogni città che si rispetti, per quanto strana, ha anche delle strade, e il parco Sempione ha tutte le carte in regola per non sfigurare: [continua]