Archivi tag: stato d’eccezione

Il Sahara è un suono sinuoso e caldo, un ricordo nella mia mente dolce e infinito. Sulla cima di una duna, di notte, si percepisce la serenità del mondo e il cielo nero pieno di stelle è una vertigine calma.

Un tempo il proletariato aveva la prole, il vivente del XXI secolo, almeno nel mondo Occidentale, ne fa a meno; non ha che il suo corpo e, benché questo corpo sia spesso sterile, egli desidera mantenerlo in vita. Un corpo chiede cibo, acqua, un tetto, medicine; ora chiede anche un vaccino.

«Atene e Lacedemona, che fenno l’antiche leggi e furon sì civili, fecero al viver bene un picciol cenno verso di te, che fai tanto sottili provedimenti, ch’a mezzo novembre non giugne quel che tu d’ottobre fili.» (Purgatorio VI, 139-144) Calza buffamente a pennello con la situazione attuale il celebre passo dal sesto del Purgatorio, dove [continua]

Ma io non sono sciuro che le cose stiano come ce le dipingono. Non sono sicuro che i professori siano quelli che vediamo alla tv, sui social, sui giornali. Secondo me, ci sono “altri professori”. Che non sono però una nicchia, una élite, un gruppo di eletti. Sono i professori che leggono, scrivono, parlano spesso di tutt’altro che di attualità oppure, se parlano di attualità, lo fanno in maniera “inattuale”, sganciandosi dagli stereotipi e dalle macchiette, e dunque non rientrando a nessun titolo in un nessun format.

Il distanziamento fisico, le limitazioni a cui ci sottoponiamo – per non morire, per non far morire gli altri, è così che va nelle epidemie – non devono limitare i legami. Ho una terza, leggeremo presto il Decameron: dieci ragazzi stanno lontani da tutti e inventano cento esperienze, cento storie diverse, una più bella e ricca dell’altra.

Ad ogne uomo, che si sforza di superare i restanti esseri viventi, con tutti i mezzi possibili s’addice lo slancio di non attraversare in silenzio la vita come le greggi, che plasmò la natura prone e sottomesse al ventre.

Saranno, dunque, Zibaldoni d’eccezione, quelli che vedranno la luce, in un duplice senso: per lo stato in cui sembrano piombare sempre più le nostre comunità, e perché siamo convinti che la letteratura, a maggior ragione in una situazione del genere, deve ancora di più fare eccezione, staccandosi dall’attualità