Articoli di Angelo Angera

Era la bambinaia che a volte quasi senza svegliarla sollevava Sarahs dal divano e la portava nell’altra camera, dove le finestre e le tende erano sempre chiuse. Quando nel sogno Sarahs si avvicinava alla vetrinetta vedeva farsi sempre più grandi i volti della bambinaia e della strega riflessi nello specchio che faceva da parete di fondo della vetrinetta.

Inizialmente il Giabba veniva per lo più usato in sedute spiritiche o da prestigiatori, ma pesavano sulla possibilità di un suo largo impiego le sue dimensioni abnormi. Nessuna fiera itinerante avrebbe mai accettato di dedicare un intero carrozzone al trasporto del solo Giabba, come se si trattasse di un gruppo di leoni.

“La difficoltà del comandamento bellico cinese di conoscere il proprio nemico sta nella sgradevolezza che quella conoscenza ci provoca. Così il più elementare degli stratagemmi può essere messo in atto dal più inumano, indifferente alla nausea, o dal santo, che per il proprio nemico non ha che amore. Per questo è il santo, il più perfetto assassino”.

Quasi ogni giorno, o comunque ogni volta che torna ubriaco dal bar scozzese che si trova proprio all’angolo di uno dei quattro incroci che contornano il condominio in cui abitiamo, mio figlio poco prima di accasciarsi sul divano letto dove di solito dorme mi grida che le sue ginocchia si stanno incollando, e che solo [continua]

I bocconi avvelenati seminati per le vie dalla nostra amministrazione hanno quasi ucciso un bambino, e dopo questo fatto orribile l’amministrazione ha sospeso la semina di bocconi velenosi e cercato di recuperare quelli già posati, ma c’è chi dice che la paura di una nuova esplosione di nascite tra gli scoiattoli di Schwarzschwarz sia tale tra le alte sfere dell’amministrazione della città ma anche dell’intero stato che le operazioni di rimozione dei bocconi velenosi seminati per le vie dopo la prima epidemia viene fatta deliberatamente procedere a rilento.

“Conosci la geologia della Transilvania?” Chiede Miloš a S. in una specie di estasi demente, lei ancora quasi una bambina, tutti e due anzi a dir la verità ancora giovanissimi, il broncio di S. come un’ala di farfalla ancora accartocciata dalla metamorfosi; e dietro di loro, perfettamente inquadrata tra i due volti, la smorfia di un marinaio vampirizzato e il grido vittorioso e triste dei galli di Jakarta che cercano di inghiottire il sole grigio.

Ah! I benedetti portoni di Schwarzschwarz, dietro i quali si diragnano esili ringhiere, scale e scalette di ferro, un dedalo di salite e discese, una grottesca di ferro e marmo vomitata in gola alla casa e, dietro l’intrico di ferraglia e gradini che salgono e scendono e sbandano e quasi sbatacchiano qua e la come falene intrappolate, il verde di una corte interna, come un sole preso tra le spine di un roveto invernale.

L’enigma dell’auctoritas: enigma spaventoso (come abbiamo già detto altrove, non abbiamo il cuore tenero) e, come ogni vero enigma, insolubile. Augusto decise di incarnarlo: Plinio il Vecchio (Nat. Hist. XXXVII, 4) e Svetonio (Aug. 50) danno notizia dei sigilli decorati con una sfinge con cui Ottaviano usava siglare i suoi documenti.