Articoli di Angelo Angera

«C’era una volta un fiore bianco che tutti chiamavano Zampadileone. Non si capiva se quel nome era per prenderlo in giro (cosa mai può avere a che fare un fiore con un leone?) o se era perché la sua corolla poteva davvero assomigliare all’artiglio di un leone (e quindi dopotutto i fiori e i leoni qualcosa in comune ce l’hanno). Zampadileone viveva in un prato vicino al villaggio di Briwen. Briwen sembra un paesino di case giocattolo, abitato da bambole e pupazzi, tutto quanto sul punto di precipitare in un dirupo, e quando lo si guarda ci si sente dei giganti, e viene da pensare di poter spazzare via tutto con quattro manate».

a Luigi Grazioli   “Sarahs, Sarahs, come carta che fruscia… si chiamava così…”.   ***   E sempre insieme entriamo, passando per un ingresso privato, in un negozio di giocattoli e souvenir. È un ingresso cosiddetto notturno, risalente secondo il padrone del negozio al medioevo ma in realtà di epoca assai più tarda (ma non [continua]

a Lorenzo Renzi   “Una cipolla germoglia nel vuoto dentro una scatola o dentro un cassetto, allarga le sue radici nell’aria come il mio cuore i suoi uncini nelle mie costole. La radice boccheggia disperatamente nell’aria, soffoca lentamente nel frigorifero, i suoi inutili germogli verdi continuano a mettere radici nell’aria. Non ho più carne in [continua]

a Simona Carretta   “Non te ne accorgerai nemmeno.” MILOS: Ogni avvenimento mi spinge inesorabilmente di un passo più vicino al vuoto. Io stesso provoco questa spinta mortale, creando le condizioni favorevoli al vuoto; è come infilare la testa in un sacchetto di plastica. Mi sono imposto che occhi estranei si fissino su queste righe [continua]

a Massimo Rizzante     “Preghiamo insieme e diciamo: Proteggici da ciò che non esiste.”   ***   MILOS: Come un movimento di pendolo talmente lento e vasto che talvolta lo diresti un’allucinazione, come quando fissando il cielo credi le stelle avvicinarsi e farsi sempre più tenere e implacabili.   ***   Quando infine lo [continua]

a Fernando Arrabal   Io mi limitavo ad ascoltare.   ***   Quando lei, come obbedendo a un ordine del tutto indipendente dal suo corpo e risalente a un tempo in cui la vita consisteva in poco più che un tremolio inghiottente, quando lei aprì la bocca per lasciarvi passare la lenta e centenaria sferula [continua]

a Luigi Di Cicco : untuk undulant   Un giorno un giovane di poco più di vent’anni, le pupille tremanti sul paesaggio in corsa dietro il finestrino di un treno per Venezia, si addormentò.     ***   Lo scoiattolo è un’ombra.   ***   (Trascrizione della trasmissione radiofonica I figli del Capitan Visiera, puntate [continua]

a Alessandro Lise   “Ma io voglio essere aiutato.” Le parole più umilianti che un “occidentale” (ma tutto è occidentale se avanzi sempre in direzione del tempo, cioè verso il tramonto) dice nella propria vita sono quelle che si dicono a uno “psicologo” o a uno “psicoanalista” (termini in apparenza innocui ma che, purché si [continua]

a Lucia Saetta : untuk cronomoto     Quando fu ormai troppo tardi, Sarahs ricordò o credette di ricordare che nemmeno lei accendeva la luce, come se accendendola temesse di sciogliere l’ultima patina di irrealtà che impiastricciava le streghe.   ***   (Trascrizione della trasmissione radiofonica I figli del Capitan Visiera, puntate dal 3 al [continua]

a Marta Venuti     Sarahs. Diventare grandi significa dimenticare di essere stati una bambina col frac.   ***   Quel procedere a passo di camaleonte, un passo avanti e tre indietro, ondeggiando e cambiando colore, cercando di far sì che svanisca e venga il più possibile dissimulato il destino comune dei punti e dei [continua]

a Mauro Calenda: untuk calMa   Riassunto delle puntate precedenti: Iniziano, lenta- e brusca- mente, a profilarsi volti e gesti di personaggi, come onde di frequenza all’interno di un rumore bianco o di un rumore rosa, il suono rosa della carne elettronica, volti apparenti che un tempo credevamo di vedere nella statica biancastra dei vecchi [continua]

a Elisa Masin       Anni dopo, a Jakarta, mi avrebbero spiegato che orang significa “uomo”, e utan “foresta”.   ***   Al risveglio il soggetto dichiara di non riuscire ad allungare la braccia sopra la testa per via delle sbarre di ferro della testiera del suo lettino.   ***   Prima incursione ufficiale [continua]

a Andrea Bertassi   Riassunto delle puntate successive: Vengono presentati in ordine casuale i personaggi dell’opera lirica a puntate The Fools in the Wood (N. B.: Sebbene la gran parte dei personaggi di TFitW siano dei vecchi, gli attori sono quasi tutti bambini tra i sei e gli undici anni). Per comodità degli spettatori i [continua]

a Marco Belli         Quando ripresi conoscenza, il presidente era già lì.   ***   Estratto dalla Gazzetta Ufficiale della Casa Editrice di Stato (GUCES) della nazione di ***, n. 6 (giugno 1962), a. LI, p. 24: “BANDO: La Casa Editrice di Stato indice un bando di concorso per partecipare ad una [continua]

a Viviana Piccolo     La figura in camice bianco in alto a sinistra nella fotografia al n. 4 è stata identificata come il dottor T***š B****k; per la verità il profilo è quasi di spalle, e in ogni caso la bassa definizione della fotografia non permetterebbe di identificare in modo convincente la figura, ciononostante [continua]