Bazar

Tadmor

di in: Bazar

Per guardare come ti offri al tramonto, fiore del deserto, ho corso e molto, mi sono precipitato oltre l’ingresso alle rovine per arrivare in tempo, pieno d’affanno, di ansia sovrana, il thé ho scansato che un beduino all’ombra del tempietto d’Adriano m’offriva, in cambio del mercimonio delle sue carabattole sparse tra le zampe di un [continua]

Sono al quarto piano di un palazzo, poggiato con la fronte al vetro. È grande quanto la parete, e sporco, adesso unto del grasso dei miei capelli e qua e là dei segni di insetti. Cinque centimetri di là del vetro un piano in cemento mai più calpestato dal termine dei lavori allo stabile. Il [continua]

Arianna

di in: Bazar

Casupole bianche intorno, e un cerchio di donne,  in fondo allo stradone il mare, con le sue scaglie di luce che dopo il tramonto perdevano l’oro e si spegnevano. A quell’ora Arianna prendeva a raccontare, vecchia tra le vecchie donne dell’isola. Sulla parte vuota del lastricato fiori dipinti col gesso, e bambini seduti in cerchio [continua]

Una delle interrogazioni che ricorrono di fronte alla pittura di Ettore Frani, dentro al cuore della sua rivelazione, è se l’opera sia, nella sua essenza, una manifestazione simbolica o, al contrario, una pura concentrazione ermetica. Se, cioè, la sua proliferazione immaginale agisca come un rinvio a questioni che affondano nel mito secondo costellazioni già sperimentate [continua]

Gian Ruggero Manzoni

di in: Bazar

Dopo quattro anni di mostre in Italia e nel mondo, GIAN RUGGERO MANZONI torna ad esporre nella sua città natale, Lugo di Romagna (RA), presso le ex Pescherie della Rocca (in centro città). A partire dal prossimo 16 marzo, presenterà opere inedite su tela e su tavola di legno, eseguite negli ultimi anni. La mostra resterà aperta fino al 7 aprile. ZIBALDONI E ALTRE MERAVIGLIE coglie l’occasione per rendere omaggio a un artista visionario e generoso, pubblicando le sette opere che GIAN RUGGERO MANZONI donò alla rivista nel 2003.

Una donna entra ed esce da una storia misteriosa e banale, approda alla terra dei racconti incompiuti, infine forse svanisce. Un testo inedito di Antonio Prete, in omaggio a Julio Cortázar.

Déjà vu

di in: Bazar

Accade che la sala buia di un cinema, il senso di raccoglimento e di sospensione che ne deriva aiutino a traversare il fuori/dopo con un passo più preciso, a volte rendendo il piede quasi alato, solo in principio malfermo nella sua partenza timida e perplessa. E sono proprio i passi, i passi coi quali misuro [continua]

Come la vecchia signora finlandese della fiaba, come la vecchia signora finlandese, che vive in una casa senza entrate, che vive in una casa senza uscite, sulle bianche distese di gelo, nelle terre deserte, silenziose, del paese della Regina delle Nevi come la vecchia signora finlandese, dall’abito da sera verde scuro, che guarda il fuoco [continua]

L’ombra, il buio, i dadi, il coltello, il vino, la carne, la notte nel giorno. Piaga d’orrido coltello squarcio nel sospiro della carne – la morte sopravviene nella notte di Roma. Tutto ricomincia in disperazione in fuga. Spiegare il mondo? – A colpi larghi di pennello panneggiare rossi – rinfacciano a Dio quanto crudele la [continua]

Nella partitella di pallone del sabato pomeriggio nella pineta dantesca di Sant’Apollinare in Classe, ho la certezza di sempre giocare in compagnia del Belacqua di Beckett. Comunque in campo ci sono, e anche questa volta gioco, in un campo come questo voglio dire, con la pineta intorno, Belacqua in tuta aragosta che giocherà con noi. [continua]