Gino/ 27

di in: Gino

Mattoni Davanti a Siena, trasfigurati. Stavano tutti e due muti e sgranati di meraviglia. Davanti a loro, rossa e raccolta, tutta insieme gli si parava la città con le torri e i tetti stretti, mura e pietre e mattoni. Non si mossero per un po’. Non ci potevano credere, d’essere arrivati. Dopo il temporale, a [continua]

3 figure

di in: Bazar

1. L’idea di un dipinto Stamattina il mare nostro era grigio Un nastro d’arancio all’alba gli stava sopra e stasera che le nubi tutte si sono dissipate questi colori freddi di novembre, prima di notte nuovamente l’arancio, sono così tersi che non ci sono versi   *   Mi dici della casa che vorresti che [continua]

Quell’anno il cielo di Lombardia sembrava essere immune da qualunque perturbazione. Le nuvole passavano minacciose al di là delle Alpi, dirette verso l’Europa centrale, e le previsioni giorno dopo giorno confermavano l’alta pressione che dalle Azzorre faceva sentire i suoi effetti fino a Milano. Un sole primaverile, davvero troppo caldo per la stagione ancora invernale [continua]

Mama Africa (Feltrinelli, 1993) di Maria Rosa Cutrufelli si presenta come il diario di un viaggio in Zaire ed Angola svoltosi tra il marzo 1975 e il novembre 1976 ma scritto a più di dieci anni di distanza dall’evento originario. La protagonista è una giornalista che si era recata in Africa al fine di raccogliere [continua]

Gino/ 26

di in: Gino

Dall’alba fino a Siena Le dita rosa dell’alba spingevano in su il buio. Striscia luminosissima e strinta, poi sempre più larga e chiara. Si piegava veloce e spandeva in arco nitido. Finché, dietro una collina bassa, il sole sbucò improvviso sulla campagna. Gino sorrise. Da ore al buio, sbarrando l’anima in attesa della luce, cominciava [continua]

E dico la fine

di in: Bazar

I hide myself within my flower, That fading from your Vase You, unsuspecting, feel for me – Almost a loneliness” Emily Dickinson Ti volti mi guardi e non vedi nessuno. Non si muore di niente, ma sempre in qualcuno.   * ‘Ma ora resteremo buoni amici, vero?’, disse rientrando nelle sue mutande. Furfante.   * [continua]

Il 25 aprile

di in: Bazar

Il giorno che ho conosciuto la Katia Buraschi doveva esserci la solita sfilata coi gonfaloni comunali, i drappi delle medaglie d’oro alla resistenza, i vecchi dell’ANPI in prima fila e la banda che suona le canzoni partigiane come Bella ciao e Fischia il vento. Poteva essere una delle tante sfilate meste della memoria vagamente tristi [continua]

1. La leggenda della pazzia swiftiana Quando il reverendo dottor Jonathan Swift, decano nella cattedrale di San Patrizio a Dublino, completa la stesura dei Viaggi di Gulliver, ha ormai superato la cinquantina ed è in disgrazia politica. Vive in esilio e isolamento nella tristissima Irlanda di allora, per giunta afflitto da una labirintite cronica che [continua]

Doppio ritratto a Giuseppe Caccavale Il mio sguardo lucido è finito nella tua luna opaca dietro grate di una finestra di ottobre. Abbiamo parlato a lungo di tua madre che contava i soldi che ti contavano (pochi del resto se escludevi quelli che non ti davano da bere). Potevi prendere a calci una lattina all’epoca [continua]

Accadde un sabato pomeriggio di alcuni anni fa, alle ore 16.30. Già il piccolo paese di Dossena era avvolto nelle prime tenebre della sera, il ghiaccio lo stringeva nella sua morsa, e tutti i camini fumavano, quando all’improvviso, negli interni riscaldati delle case, alcuni abitanti udirono un ululato lungo e profondo, che per molto tempo, [continua]

Gino/ 25

di in: Gino

Via Gino non voleva guardare. Ficcò la faccia sul petto senza seno della Sara e lì cercò di dimenticare, anche solo per un istante, che stava per morire. Gli si chiuse la strozza e le lacrime scivolarono giù a lavare via gli ultimi istanti, brillando i saluti alla luce tersa, all’aria gialla, al petto largo [continua]

Non mi fraintendete, vi prego. Questo che vi dico vuole evitare solo la semplificazione. Ed è probabile che semplificando complicatamente, a mia volta, l’alimenti. Si sa che a Tor Vergata la mattina dopo la “Giornata della Gioventù”, quelli che ripulirono i prati raccolsero, con i debiti attrezzi per la rimozione, centinaia e centinaia di preservativi. [continua]

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