…in ogni istante io sogno sulle cose, immagino oggetti o persone la cui presenza qui non è incompatibile con il contesto e che tuttavia non si mescolano al mondo, ma sono oltre il mondo, sul teatro dell’immaginario”. Maurice Merleau-Ponty, Fenomenologia della percezione, Premessa. La data di nascita di Antonio Prete narratore può essere fissata nell’anno 1984 [continua]
Chirografie
La morte di Tonino
Classe 1938. Ne nacquero quasi trecento in quell’anno, tra quelli che se ne sono andati e quelli che sono morti, moltissimi da piccoli. Ora in paese quelli del trentotto non sono più di una decina e io ne conosco solo due, credo si ritenessero amici di Tonino, ma lui non aveva amici. Tonino solo una [continua]
Gabbiani in assemblea
La realtà in larga misura si va trasformando sempre più in una colossale fotografia, e il fotomontaggio è già avvenuto: è nel mondo reale”. Luigi Ghirri Meno di niente Il nonno e la bambina sulla panchina mangiano il gelato. Un giovane soldato passeggia con il suo amore mano nella mano, cuore nel cuore… Queste [continua]
Dai Ricci Il signor Ricci, il padrone, non c’aveva mai avuto un problema. A dire il vero nemmeno suo padre, che aveva avuto il magazzino dal suo, che l’aveva avuto dal suo. Nei mattoni rossi e il legno stagionato degli scaffali c’era già passato un secolo d’anni e tutti senza problemi. Siccome avevano investito soldi [continua]
Ripenso al racconto di mia madre della sua prima memorabile giornata lontano da casa. Lei, di Corigliano d’Otranto, insieme alle sue amiche, sulla strada ancora non asfaltata per Galatina, a quindici, sedici anni, quindi nei primissimi anni cinquanta (essendo mia madre del ’34), cammina e cammina per giungere quanto prima a Santu Petru, il patrono [continua]
Liberalizzazione Investo una parte di esistenza nel futuro. Al presente destino la risorsa più consistente. Il passato rievocato è svalutato come una mercedes. Sulle oscillazioni generazionali compero opzioni, che il liberomercato si è tanto affannato in cerca… Ho le idee chiare quanto un vetro appannato da corpi avvinghiati in vapori emozionali senza pari. Parodizzo senza [continua]
Le vetrine delle librerie parigine espongono libri e foto di Jean-Paul Sartre. Commentano la Mostra che la Bibliothèque Nationale ha dedicato al filosofo nel centenario della nascita. Compendiano – per immagini, copertine di libri, foto d’epoca – l’avventura di un intellettuale che ha sempre cercato di essere “in situazione” e ha attraversato il suo tempo [continua]
Un’antica leggenda indiana racconta che una volta i guerrieri di una tribù, rinchiusi dai bianchi in una riserva, dapprima cercarono in ogni modo di aprirsi un varco e di rompere i muri della segregazione; poi, quando videro che tutti i loro sforzi erano vani, litigarono fra di loro e si scannarono a vicenda. Rimasero in [continua]
Come mai non sono stato respinto da quel carcinoma marrone che costituisce la facciata della Natività? Avrei dovuto esserlo. Mentre non c’è nulla di innaturale nell’attrazione esercitata dalla facciata della Passione, con quelle sculture di Subirachs meravigliosamente vere nel loro irrealismo, nel loro straniamento post cubista dislocato equilibratamente in spazi ampi e lineari, puliti. Troppo [continua]
Ho deciso di pubblicare questo scritto di dodici anni fa senza toccarne neanche una virgola, lo lascio tale e quale (oppure è questo il mio intervento-aggiornamento, lasciarlo stare). Ma è importantissimo lasciare la data, 1992. È offerto a Zibaldoni e altre meraviglie. La prima idea di un almanacco (dei narratori) risale a Aelia laelia (io e Giorgio Messori, e ne parlammo negli anni 80 con Gianni Celati); quegli appunti però li scrissi dopo il seminario-presentazione di Narratori delle riserve, che non fu molto bello; poi alcuni, in seguito a queste sollecitazioni ormai condivise di un almanacco, fecero Il Semplice, cui io non aderii. Ecco.