In esclusiva per Zibaldoni, dall’autore di In cuniculum, la prima puntata di un romanzo fiume in cui miriadi di storie vorticano intorno ad un unico antichissimo tema: la lotta contro un Mostro condannato a vivere in eterno.

Chi ha in mente i grandiosi barboni di Parigi, che bloccano il traffico urlando della fine del mondo, viaggiano come signori in carrozze del métro che la loro puzza prodigiosa ha svuotato, si trascinano dietro quintali di pattume che hanno raccolto con sussiego negli angoli delle vie più alla moda, giudicherà modesto il personaggio di [continua]

Presentiamo una scelta di poesie dall’ultimo libro di Alessandro Carrera, Beato chi scrive, appena pubblicato da Nottetempo: “Beato chi scrive e chi fa a meno delle spiegazioni. Perché la poesia non è scritta per gli esseri umani, che infatti non la leggono. Chi scrive poesie crede di parlare ai suoi simili ma in realtà scrive per gli angeli, che leggono tutto. Il modo di leggere degli angeli, però, non è quello degli uomini. Gli uomini hanno tempo. Poco, ma ne hanno. Gli angeli non hanno tempo.Hanno l’eternità, ma l’eternità non è il tempo. L’eternità è un solo istante che non passa mai. Nell’eternità, l’unica poesia che si può leggere è quella che si coglie con un solo colpo d’occhio. Non c’è tempo per girare le pagine, nell’eternità. Beato chi è letto dagli angeli, allora, tutto intero su una pagina da non girare mai e che viene ricomposta senza posa, mostrando in trasparenza tutto quello che vi è stato e vi sarà scritto”.

Compie dieci anni Gomorra di Roberto Saviano, una delle opere più lette e discusse della letteratura italiana del nuovo secolo. Ha dato vita a molta produzione seconda sul suo statuto di genere, sul ruolo di (presunto) testimone del narratore, sullo stile e naturalmente sul valore disvelativo degli argomenti trattati. Tra questi sceglierei di tornare sul [continua]

Volta do mar

di in: Bazar

Il 17 settembre Peter Sloterdijk sarà a Modena, ospite del Festival Filosofia, per una conferenza dal titolo Esercizi sportivi. Il brano che segue è tratto dal suo Caduta e svolta.

L’avventura comincia il 23 novembre 1932. L’io narrante è in viaggio, in un trenino diretto verso una stazione sperduta ai confini orientali del Regno, dove approda soltanto a notte fonda. Dopo uno stranissimo assopimento, il giovane “aiutante volontario di cancelleria” ricorda di essere giunto lì, ad Aidussina, oggi Slovenia occidentale e allora limite estremo dell’Italia, [continua]

Sull’autobus l’altro giorno, attanagliato nel traffico romano, nell’afa (duplice esperienza che in contemporanea nessun mistico degno di questo nome credo abbia mai fatto), ho ascoltato un signore sudato oltre i limiti della decenza dichiarare ad un sodale proprio questa frase, se venissero prima i vigili o il traffico. Ho capito subito che doveva trattarsi di [continua]

“Ma i veri viaggiatori partono per partire: cuori leggeri, come palloni in alto vanno, il loro corso mai vorrebbero smarrire, dicono sempre ‘andiamo!’ ed il perché non sanno”. Charles Baudelaire, Il viaggio, tradotto da Antonio Prete   Un viaggio può essere motivato da un desiderio di evasione. Per tutto l’anno siamo costretti a risiedere nel [continua]

L’amico scrittore venuto qui a riposare dalle beghe cittadine, dalle polemiche, dai livori della metropoli si aggira i primi giorni con il sorriso beato, le narici dilatate a inspirare l’aria che lui reputa fresca e incontaminata, le orecchie tese a cogliere il silenzio. Lo conduco apposta in quartierini tranquilli, per compiacerlo, lontano dal traffico che [continua]

Questo è Godot. Come faccio a saperlo? Non ne ho idea, è così e basta. Tutt’a un tratto era qui e ha detto di essere Godot. Ovviamente ho subito dubitato e pensato: Godot, ma è quello che aspettano sempre nell’opera teatrale di quell’irlandese. Loro aspettano e lui non arriva. Vabbè, ma che ci si può [continua]

Un tempo si partiva per l’Africa nera o per l’estremo Oriente in cerca di esotismo e di sole, di paesaggi incontaminati e di Natura vergine, di brividi e avventura. Oggi, più prosaicamente, per rigenerare una desolata esistenza ministeriale, si emigra verso una confortevole stazione orbitale, con sconti vertiginosi tutto compreso, di solito nella cintura degli [continua]

“Lei è il signore che chiude?”, mi ha gridato oggi pomeriggio un bambino, intento a giocare con un altro alla rotonda della Besana, temendo che io fossi il custode che chiude il cancello a una certa ora. “No, sono il signore che apre!”, gli ho gridato in risposta, continuando a camminare a grandi passi sotto [continua]

Quante città sanno essere anche una biblioteca, anche una macchina delle storie, anche un collidere e mescidarsi d’innumeri universi? Non molte, a ben pensarci. E Parigi sembra possedere in grado supremo tale capacità. Passeggiava, da solo, imboccando da Rue Martel dove abitava la Rue du Faubourg Poissonnière. Lavavano la strada secondo l’uso parigino, facevano scorrere [continua]

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