Io non so descrivere la tristezza ma una volta ho pianto mentre facevo benzina. Erano circa le sette di sera di un giorno di fine aprile. Il cielo quasi completamente oscurato; stava per piovere e tirava un vento per niente amico. Ho iniziato a piangere quando avevo messo sì e no cinque litri di gasolio. [continua]

Come ci sei arrivato, a capire quello che serve sul serio?, Nan Bo chiese a Nü Yü. Eh, l’ho capito, rispose quello, dal figlio di quella roba lì copiata con l’inchiostro, il quale a sua volta l’aveva imparato dal nipote di quella roba lì letta a voce alta, che l’aveva appreso dagli occhi bene aperti, [continua]

Abitavamo allora vicino alle antiche mura romane. C’erano palazzi costruiti in serie dopo la guerra, alti dieci piani, di un colore tra il giallo e l’arancio, squadrati, con le terrazze sopra e le facciate scandite dalle persiane verdi che furono il soggetto di tutto un mio periodo di disegni, intorno ai sette anni. Sui fogli [continua]

Lingue fioriscono affascinano inselvano e tradiscono in mille aghi di mutismi e sordità sprofondano e aguzzano in tanti e tantissimi idioti Lingue tra i cui baratri invano si crede passare – fioriti, fioriti, in altissimi sapori e odori, ma sono idiozia Idioma, non altro, è ciò che mi attraversa in persecuzioni e aneliti h j [continua]

A poche ore dalla scomparsa di Steve Jobs, fondatore dall’azienda informatica Apple, i navigatori del web – come sempre, i più rapidi testimoni dell’opinione pubblica – si distinguono tra commossi e indifferenti; tra coloro che rimpiangono, nella morte del celebre informatico, la scomparsa di un exemplum positivo, quello dell’uomo nuovo giunto a realizzarsi nonostante le [continua]

Conosco bene una ragazza del Senegal. Viene da uno di questi villaggi sereni, scanditi da luce e ombra, suoni, voci, vento e sabbia rossa. Le donne con i bambini legati da sempre dietro la schiena e gli uomini chini da sempre sulle zolle aspre. Il fiume che corre poco lontano e le mangrovie che frugano [continua]

XVb Nei costumi del sesso il Signore si deve condurre in modo tale da non far periclitare lo Stato. Mai infatti deve presumere che gli atti suoi restino contenuti nella camera da letto, perché, per lo contrario, sono portati ai quattro angoli del globo dalla voce dei vicini prima e poi da quella del volgo. [continua]

“Era tutto un sogno”. Quante storie d’ogni genere si concludono con questa frase? Oppure con un fatto, un’acquisita consapevolezza da parte del protagonista che fa comprendere allo spettatore che tutto ciò che ha ascoltato era solo un mero volo onirico? “Era tutto un sogno”. Lascia l’amaro in bocca a chi ha ascoltato la storia fino [continua]

“Edith lo ama. Ma ci ritorneremo su”. È il sorprendente inizio del romanzo “Il brigante” di Robert Walser (1878-1956), che inspiegabilmente non è ancora stato tradotto in Italia (ma forse Adelphi, che ha pubblicato molte sue opere, colmerà presto la lacuna). Siccome non so il tedesco, mi sono procurato “Il brigante”, o meglio “Der rauber”, [continua]

Non esiste maggior vivaio di pettegolezzi dell’ambiente aristocratico dei Guermantes. Il duca Basin, sua moglie, la duchessa Oriane, e gli altri animatori del Faubourg Saint-Germain, quartiere generale della mondanità parigina, non perdono occasione di prendersi gioco di amici e conoscenti, consci del loro prestigio sociale, a cui sembrano associare, come basando tale corrispondenza su una [continua]

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