Per chi è abituato a considerare settembre un inizio, giugno-luglio una fine, a contare gli anni a tre a tre o a cinque a cinque, invecchiando improvvisamente per trienni o quinquenni, ovvero studenti e soprattutto professori, questo autunno crepuscolare spinge subdolo a parlare di scuola. Già lo feci qui su Zibaldoni del 9 settembre 2013, [continua]

Benedetto pessimismo   Accompagno in giro per la città l’amica scrittrice di sofisticata tormentosità, che stasera presenterà un suo libro recente in un caffè libreria del centro. Si fa presto a finire il giro: cento metri a destra, e la strada si perde in una periferia di nessun interesse; altri cento metri nell’altra direzione, e [continua]

I cadaveri bisogna gettarli via più dello sterco ERACLITO   Una volta, sì, solo una volta però, vagheggiavo, eccome, la psiuché, l’anima, no, anzi che dico, sempre e solo l’animus, sì, l’animo, tutto mente e cervello, fra me e me rammemoravo l’inarrivabile splendore dell’ingegno umano, le sinapsi infasciate dentro il cerèbro, le meningi, i gangli [continua]

Vado spesso in bicicletta lungo il fiume, chiuso in casa tutto il tempo certe volte mi sento una pentola a pressione. L’altro ieri, di lontano sulla pista ciclabile, ho intravisto una coppia che si agitava, man mano arrivando ho visto un ragazzo e una ragazza che stavano litigando. C’era un gran vento contrario, le voci [continua]

Il pulmino percorre a fatica le grandi e caotiche città di questa parte dell’Africa Occidentale: Cotonou, capitale amministrativa del Benin, e Lomé, capitale del Togo, sono un dedalo di intricate stradine, per lo più sterrate e disseminate di buche, in cui la vita si perpetua nell’accezione più ampia del termine. Abitare le strade e lungo [continua]

La letteratura, con la sua stratificazione millenaria e l’odierna confusione, appare come un vero e proprio universo: costellazioni mobili, materia oscura, galassie che stanno insieme per simpatia, stelle solitarie. Nel magma libertario senza alto né basso, giusto o sbagliato, s’aggira il Captaplano, annusando i quattro cantoni del cosmo e segnalando opere nuove o vecchie di [continua]

In esclusiva per i lettori di Zibaldoni il pezzo mancante di un vecchio mosaico: la quinta e ultima puntata di «Vita e pensieri dell’attore Attilio Vecchiatto – con testimonianze autentiche di Enrico De Vivo, che ha avuto l’onore di conoscerlo e ospitarlo, permettendogli un rinfrescante soggiorno napoletano», qui presentata nella sua stesura orginaria, prima della pubblicazione presso Feltrinelli. Anche le puntate precedenti sono leggibili su Zibaldoni gratuitamente, e tutte insieme sono raccolte nel volume di Gianni Celati Sonetti del Badalucco nell’Italia odierna (Feltrinelli, 2010).

In seguito alla pubblicazione di Sibber (Effigie, 2014), di cui avevamo dato una breve anticipazione sulla nostra rivista (e anche a seguito di varie recensioni uscite sul libro, che hanno sollevato questioni degne di approfondimento nella riflessione sulla letteratura odierna), ho chiesto a Walter Nardon di parlare più direttamente della narrazione e di vari aspetti della pratica narrativa. Questo è il risultato della nostra conversazione, che è anche il primo testo di una nuova rubrica della nostra rivista.

da qualche tempo faccio solo pensieri guasti… e penso di essere l’essere più giusto al mondo! il male che mi parte dallo stomaco non può che riflettersi nel cosmo… e mi accorgo che ogni punto intestinale è l’epicentro del più tremendo tormento universale. da lì penso al male che nel mondo non è mai risolto… [continua]

In quest’esercizio di paesologia mi proverò a raccontare del mio paese natale scrivendo di luoghi altri da lui. La scienza della paesologia credo ammetta tali apparenti contraddizioni, perché i paesi respirano talvolta anche all’ombra o per affinità o per contrasto con luoghi altri. Racconterò delle sue Capitali, dal momento che il mio paese natale si [continua]

Welcome to Quarto, ti saluta un graffito colorato alla rotonda che porta in via Eritrea, appena sceso dal ponte Palizzi. Tu sei in macchina, ma pensi che se avessi preso la 57, adesso magari saresti seduto e tranquillo, a osservare la gente che si muove spedita da Quarto Oggiaro verso il centro, mentre tu faresti [continua]

Il ragno

di in: Minimanimalia

un filo sottile… e poi un filo più sottile ancora! filare è il compito del mio mestiere, ed è un lavoro di solitudine! se si vuole filare la stabile trama per una dimora bella e sicura, si devono esaminare le correnti, celarsi ai venti, indagare circospetti il comportamento di rami, foglie, polveri e insetti. calcolare [continua]

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