L’orso

di in: Minimanimalia

venne il vento, il primo freddo pungente. vagavo vuoto come foglie, gli alberi spogli tramavano il cielo. era un attimo e una stagione, ed ero niente… il sonno si spandeva nel sonno: scavava nel sonno, si radicava nel sonno… la bocca cavernosa di una tana mi richiamò con un lungo polifonico sbadiglio. entrai nel suo [continua]

Piccolo inventario di cose, persone, esercizi commerciali presenti e assenti a Milano, in via G.A. Borgese, scrittore, 1882-1952, stilato durante e dopo brevi osservazioni tra il settembre e il dicembre 2012.   Cose –          Un tavolino di plastica blu con due sedie ugualmente blu su un balcone del primo piano del palazzo all’inizio della via, [continua]

Mentre, dopo mesi di guerra e bombardamenti in Iraq, il 13 dicembre 2003 gli americani arrestavano Saddam Hussein, Zibaldoni e altre meraviglie si apprestava a dedicare ai bambini il quinto e conclusivo numero dell’anno, riprodotto ora in questo ZiBook. Un numero natalizio, dunque, ma di un Natale di guerra, come forse sempre è il Natale. [continua]


Gustavo Paradiso: Vogliamo cominciare dal titolo? Perché L’animalista?   Alberto Volpi: Be’, il titolo potrebbe generare qualche equivoco, perché qui con “animalista” non si intende il significato oggi più corrente, cioè quello di amante o difensore degli animali, ma piuttosto chi scolpisce soggetti di quel genere. Si tratta del protagonista del primo racconto, che svolge [continua]

Ricorreva il 125° anniversario della nascita di Robert Walser, quando nel settembre 2003 vedeva la luce il quarto numero di Zibaldoni e altre meraviglie, uno dei più ricchi e luminosi forse proprio perché ispirato allo scrittore svizzero. Lo riproponiamo oggi integralmente nella collana ZiBook Ricordanze. Nella sezione Preludi campeggiano due prose inedite di Walser, tradotte [continua]


Gustavo Paradiso: Ciò che sorprende in Manuelito se ne va è che all’inizio sembra che scrivi a caso, senza una direzione, senza storia, poi invece vien fuori una costruzione polifonica che fa credere il contrario, ossia che tutto sia pianificato fin dalle prime righe, e tuttavia il lettore continua ad avvertire insieme ordine e caos. [continua]

I protagonisti dei ventitré racconti che compongono La fine dei nostri problemi cercano di catturare un solo istante della propria vita, e di raccontarlo, componendo così un variegato catalogo di epifanie contemporanee. All’interno di una narrazione dotata di una singolare grazia realistica, Gianni Agostinelli ricorre a un parlato vivace e scomposto che sembra un’àncora di salvezza, ma forse è soltanto l’ultima occasione per dare sapore alla letteratura e all’esistenza.


In questi racconti di Alberto Volpi tornano fuori, in pelle umana, i vecchi amici animali dell’infanzia, con il loro carattere, l’andatura, le rivendicazioni e gli appetiti. E con una voce tutta loro, perché non si può pensare alle tacchine in bianco e ombrellino di Savinio, a un lupo o al serpente, senza che da quei corpi venga una strana retorica, ricercata e metaforica. Un libro sorprendente di uno scrittore raffinato e colto.


Come il testo di Lakis Proguidis, pubblicato precedentemente, anche l’articolo di Ricard, che proponiamo adesso nella nostra traduzione, è tratto dalla rivista «L’atelier du roman» e, più esattamente, dal dossier «Roman, essai: affinités électives» pubblicato sul numero 50 (giugno 2007, Flammarion) e che raccoglie gli interventi dei partecipanti al simposio della rivista, svoltosi a Nauplia (in Grecia) nell’ottobre del 2006. François Ricard è un saggista, critico ed editore canadese. Vive a Montréal, dove ha insegnato letteratura francese all’Università di McGill. Tra le sue opere, ricordiamo La littérature contre elle-même (Premio del Governatore Generale nel 1985), La Génération lyrique (2001) e L’ultimo pomeriggio di Agnès. Saggio sull’opera di Milan Kundera, pubblicato anche in italiano nel 2011 per la casa editrice Mimesis. [Simona Carretta]

Riprendo dopo vari mesi la riflessione avviata con il post inaugurale di questa rubrica. Qui a Zibaldoni si sapeva che in seguito mi sarei ritirato nel silenzio, e ho trovato comprensione per la mia impasse. Un collaboratore della rivista, in particolare, si è mostrato particolarmente caloroso, raccomandandomi di non mollare, letteralmente di «tener testa agli [continua]

Zibook - gli ebook di Zibaldoni