Con tutte queste stramberie per la testa, forse non dovevo neanche venire quassù, sono stato incerto fino all’ultimo: vado, non vado, vado, non vado… Infine sono andato, e non me ne dispiace.

Il vassoio

di in: Bazar

La speranza che mi portasse per mano, nei giorni dei fidanzamenti, dell’amore all’aperto, quando essere innamorati voleva dire, sopra tutto, aspettare di guardare e guardare. Sulla porta mi colpì la sua timidezza, lei, che aveva uno sguardo così vivo. Mi sembrò preoccupata e come in soggezione. Era una donna piena di acciacchi, ma ci teneva [continua]

Gli eroi delle storie hanno sempre gli occhi bendati. Altrimenti non farebbero più niente. La storia finirebbe. Non è grave perché tutti abbiamo bende sugli occhi” Aurora in Le genou de Claire Nel 1978 Eric Rohmer presenta al Festival diParigi il film Perceval le Gallois sconcertando pubblico e critica. Condensando il giudizio di molti, Jean de Baroncelli scrive [continua]

Anni di studio

di in: Bazar

I. Si era appostato nel sottoscala. Anche se ormai capitava di rado che una donna uscisse di casa per andare alla fontana, due di loro venivano ancora ad attingere l’acqua per i fiori. Così, il lunedì pomeriggio si metteva ad osservarle. Se lo era imposto quasi controvoglia. Di schiena, con il secchio in mano, parlavano [continua]

Devi impegnarti, devi migliorare – gli dice pio il suo benefattore– devi svegliarti, devi lottare per progredire e per la tua umanità: perché il mondo funzioni meglio perché tutto vada per il verso giusto devi avanzare perché la vita è bella perché non deve finire insomma per la libertà. Lui gli risponde: guarda questa foto [continua]

Il Gorilla Quadrumàno è un libro di viaggio, un viaggio collettivo nel quale vengono annotati, per ogni tappa, gli incontri, i dialoghi, le canzoni, le storie e i problemi delle persone incontrate da Giuliano Scabia e dai suoi studenti nell’Appennino Reggiano e poi a Porto Marghera: “La forma del viaggio è quella che meglio descrive [continua]

Ogni anno che torno a scuola, spesso in una nuova scuola dove mi spediscono a insegnare, i primi giorni è come se vedessi tutto per la prima volta. Quando torno a casa mi viene sempre voglia di descrivere ogni cosa che ho visto, parlo al primo che incontro di ogni cosa che mi è capitata, [continua]

Ho fatto tre animazioni sulla cerbottana: la prima a Carpi, una baraonda anarchica di bambini che si sono impossessati di un trentina di cerbottane di diverse forme per tirare in tutte le direzioni; la seconda a Lugo di Romagna, a “L’Expocerbottane” o esposizione con laboratorio di costruzione, dove ho prima insegnato a fare i proiettili [continua]

Apice è a pochi chilometri da Benevento, a pochi chilometri dall’autostrada e dal luogo natale di padre Pio. Paese vecchio (con maglia urbanistica a conchiglia) e paese nuovo (con maglia urbanistica indefinibile), distinti e separati, uno di fronte all’altro, a tre chilometri di distanza. Fra l’uno e l’altro c’è il cimitero. Intorno le case di [continua]

Cicladi

di in: Paesologia

Il racconto greco comincia al crepuscolo, in un mese di settembre, su una terrazza, nel villaggio di Naoussa, nell’isola di Paros, nelle isole Cicladi, mare Egeo. Crepuscolo, ossia cielo trasparente che diventa lilla sulle colline brulle e pietrose, e sulle case, parallelepipedi bianchi con le finestre celesti, azzurre, blu. Vasi blu con piante fiorite, orci [continua]

Ore 15 Se resto in casa quando fuori c’è ancora il sole, mi sento in colpa come se sciupassi il pane. Bambini in strada si chiamano di rione in rione per una partita da disputare contro la squadra del paese vicino. Saltano sulle panchine, sul sagrato della chiesa. Urlano i nomi dei compagni per completare [continua]

Roberto Papetti è un giocattolaio che vive a Ravenna. Ha costruito, nel corso della sua vita, migliaia di giocattoli con cui ha intrattenuto e intrattiene bambini e adulti in manifestazioni in giro per paesi e città, scuole e centri per l’infanzia. In un libro pubblicato qualche mese fa, Tintinnabula (Artebambini, Bologna 2006), Papetti ripercorre le tappe della sua [continua]

La letteratura, ha detto Giorgio Manganelli, è menzogna. Ma la menzogna è il suo rigore: “tutto è esatto e tutto è mentito”. Cerimoniale bugiardo, essa “possiede e governa il nulla”. Niente di tutto questo in Walser. La sua scrittura non mente e ancor meno governa il nulla.

Il silenzio del rumore delle valvole a pressione I cilindri del calore, serbatoi di produzione”. Franco Battiato, Pollution Voglio odorare il sapore celeste del ferro Voglio vedere il profumo sanguigno del fuoco Esiste lo so! Onoro il braccio che muove il telaio Onoro la forza che muove l’acciaio”. CCCP, Socialismo e barbarie Non riesco ancora [continua]

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