Non compaiono mai persone nelle fotografie di Simone Nieweg: ma sempre ben percepibile è in esse la presenza dell’opera umana. Nieweg fotografa campi coltivati, giardini e orti di comunità, ortaggi, alberete preferendo molto spesso luoghi della sua regione natale, la Vestfalia, terra di grandi pianure costellate di città a forte vocazione industriale; ecco, allora, che [continua]
Pavese/ 6
Ah! I benedetti portoni di Schwarzschwarz, dietro i quali si diragnano esili ringhiere, scale e scalette di ferro, un dedalo di salite e discese, una grottesca di ferro e marmo vomitata in gola alla casa e, dietro l’intrico di ferraglia e gradini che salgono e scendono e sbandano e quasi sbatacchiano qua e la come falene intrappolate, il verde di una corte interna, come un sole preso tra le spine di un roveto invernale.
Negativo
C’è stato un tempo in cui le pandemie mietevano milioni di vittime; poi, diventavano malattie endemiche e latenti o sparivano senza far troppo rumore, come erano venute. I sopravvissuti stavano meglio, guadagnavano di più, acquistavano uno spazio vitale maggiore. Questa pandemia, invece, annuncia un esito diverso. Grandi affari già sono in corso: mascherine, vaccini, altro materiale sanitario, ecc. Tutti soldi spesi bene, s’intende, compreso il grande affare del secolo, i soldi prestati.
“Di tutto quanto è scritto io amo solo quel che uno scrive col suo sangue. Scrivi col sangue: e vedrai che il sangue è spirito. Non è affatto facile, capire il sangue altrui: odio gli oziosi che leggono. Chi conosce il lettore, non fa più niente per il lettore. Ancora un secolo di lettori e lo spirito stesso puzzerà. Che tutti possano imparare a leggere, rovina alla lunga non solo lo scrivere, ma anche il pensare” (Friedrich Nietzsche Del leggere e scrivere in Così parlò Zarathustra).