“[…] era detto per nome Marcovaldo, venuto dalle parti di Murrocco, di gran prodezza e di giudicio saldo” “[…] cavalcava una alfana smisurata di pel morello, e stella aveva in fronte” Luigi Pulci, Morgante, XII Marcovaldo era un tipo tranquillo. Il suo unico, irrimediabile errore fu quello di essersi innamorato di Chiarella, la figlia del [continua]

[…] Mi viene in mente lo stanzone del “Circolo di cultura Fantuzzi”, che a quei tempi era il circolo degli anarchici del quartiere Fantuzzi, presieduto dal signor Di Bago. Là si facevano spesso delle serate danzanti, oppure dibattiti politici in polemica con i comunisti del quartiere Mame. Ma ora ci vedo grandi tavolate, facce ridenti, [continua]

La Provenza, in epoca medievale, era infestata da un numero imprecisabile di trovatori, che passavano il tempo a cantare arie talmente appassionate da causare alla gente frequenti crisi di nervi. Era un’epoca strana, anche perché i venti suonavano e i cavalli parlavano: come questi tre, impegnati in una discussione mentre trotterellano sotto un cielo basso [continua]

Vado a Teora per un convegno organizzato da Rifondazione comunista. Il partito in provincia di Avellino da poco è guidato da un giovane e volenteroso segretario che ha meno di trent’anni e questa è una delle poche novità della politica irpina. Pare che nelle prossime elezioni si candideranno le stesse persone che si candidarono nel [continua]

Abituati come siamo a considerarci sempre e comunque degli esseri cogitabondi, riusciremmo mai ad accettare un’ipotesi secondo cui “l’uomo non pensa”, perché il pensiero si trova staccato da noi, non dentro di noi? Molto difficilmente. Eppure, le conclusioni cui si giunge nel libro di Emanuele Coccia La trasparenza delle immagini (Bruno Mondadori, 2005), dedicato ad [continua]

Primavera 1994 Per avere un altrove bisogna avere una patria Era la primavera del 1994. Avevo ventinove anni e L’Atelier du roman, una rivista letteraria francese, aveva appena pubblicato uno dei più bei saggi che avessi mai letto: Pour une ontologie de l’exil di Vera Linhartová. Da qualche tempo mi trovavo a Parigi. Avevo scelto [continua]

  XVIII movimento Oggi di nuovo sentirei l’esigenza di raccontare un po’ di Jessica. Forse per togliermi di dosso l’amara presenza di Chiara Longoni, Chiara di nome, Longoni di cognome, che uscito dall’ufficio ho visto passare in bicicletta direzione casa di Ris. Vorrei però, per la prima volta, utilizzare un nuovo linguaggio. Un lessico e [continua]

L’abito verde La mia natura è composta così, che a sentire il lutto portato dalle campane non si riesce più a continuare e sono costretto a lasciar perdere tutti i servizi, caricare gli attrezzi sul motore e riprendere la via di casa. Ci sono certe giornate, quando fa le secche di gennaio e la tramontana [continua]

La palla

di in: Bazar

Era stata qualche anno in America, dove aveva perso i sensi e si era fatta così triste che neanche si soffiava più il naso. Il figlio grande si dispiaceva a vederla ridotta in quello stato e l’accompagnò alla nave approfittando che partiva una cugina malata di nostalgia. L’americana perse il ricordo del figlio in tutto [continua]

Il paesaggio si dispiega alla vista secondo modi, ritmi, forme che dipendono da colui che guarda. Dallo stato di quiete o dal movimento di colui che guarda. È esperienza comune. Il paesaggio osservato nello stato di quiete – il leopardiano “sedendo e mirando” – ha colori, luci, forme diverse da quelle che trascorrono nel paesaggio [continua]

Nella vita degli uomini, la lingua e non l’azione governa in ogni cosa” Sofocle, Filottete, v. 99 Pratica quotidiana oppure parte di rituali destinati a momenti speciali, fondata sulla lettura di segni concreti o su associazioni mentali indotte da appositi percorsi interiori, la divinazione, diffusa pressoché ovunque in luoghi e culture distanti tra loro nel [continua]

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