Pieretto disse a Gabriella: “Non capisco perché voi due non ci passiate l’inverno in questo chiosco. Mangereste radici. Trovereste la pace dei sensi. D’estate la campagna è disgustosa, è un’orgia sessuale di polpa e di succhi. Soltanto l’inverno è la stagione dell’anima”.

Per quanto abbia accumulato una vasta cultura da autodidatta, Twain non è mai diventato un letterato e ciò costituisce l’interesse e il divertimento di questo libro, perché il suo sguardo sulla realtà linguistica del tedesco nel corso dei ripetuti e vani tentativi di padroneggiarlo – come le sue avventure grammaticali, che gli suggeriscono subito proposte di riforma – resta appunto quello di un narratore e non quello di uno specialista.

“Vedo il viso del Mahatma Gandhi e di tanti altri maestri di umanità (forse anche Socrate, Gesù Cristo, se i nomi non vi sembrano troppo grandi). Anche di loro si diceva che avevano violato la legge. Avevano violato la legge vecchia perché ne nascesse una nuova, migliore. Qualche volta è necessario”.

È uscito da qualche settimana il numero 21 di “SUD”, la storica rivista “napoletana ed europea” diretta oggi da Francesco Forlani, ma fondata nel 1945 da Pasquale Prunas. Il tema di questo numero è il tempo. Un tempo “sospeso”, come da esperienza di lockdown e chiusure letterali e metaforiche, per cui molti interventi (traduzioni, poesie, narrazioni) ruotano intorno alla pandemia. Presentiamo su “Zibaldoni” due testi tratti da “SUD” numero 21: il primo, di Olivier Maillart, propone una riflessione a partire da un racconto di Marcel Aymé; il secondo (tra qualche settimana) di Anna Smeragliuolo Perrotta, divaga sul verbo napoletanissimo “arrecrearsi”.

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