II. L’essere umano perfetto (1) Ecco ch’un’altra volta, o valle inferna (2) Un romanzo breve e fulmineo, un piccolo libro involuto come non volutamente teorizzato da Baudelaire in Razzi Il mio cuore messo a nudo (3) Personaggi: Il conte Rivetti Il conte Leopardi (Una contessa?) Isabella… (4) La via del [continua]
Il sacchetto
All’ultimo banco ci ho trascorso tutta la carriera, dalle elementari alle medie, fin su, anche l’università, perfino il corso da artificiere sotto l’esercito, quando sarebbe stato meglio occupare le prime file. E adesso che sono sull’altra sponda, durante il collegio docenti continuo a mettermi in fondo. Un impulso automatico in cui forse rivive la nostalgia [continua]
Ho ripensato a che cosa succede a Starbuck quando il Capitano Achab tira le cuoia nel Moby Dick di Melville quella sera d’ottobre all’Alumni House in University Street a Grand Forks nel North Dakota. In effetti credo che la follia vera che Melville ha voluto rappresentare con Moby Dick raggiunga in quel preciso momento il [continua]
La seconda volta
Quelli di Spazzavento si sono incontrati una seconda volta, lo scorso 8 gennaio al Teatro ITC San Lazzaro di Bologna. Qualcuno ha detto che la prima volta non esiste. La prima volta è la vita. La seconda volta è la letteratura. Per quanto vogliamo prendere con ironia o nonchalance i nostri modi di fare ed essere, [continua]
San Lazzaro
C’è un luogo nel nord del Mali, nel deserto verso Tombouctou. Da lontano, tra le dune, si vede la linea di un’altura diversa per colore dalle altre. Una collina rossa tra le colline scure. La collina si può guardare solo da lontano, tutti sanno che non ci si può avvicinare, là c’è Toumbayen, il villaggio [continua]
Noi siamo in mezzo a un ciclone, un vento fortissimo che scuote tutto ciò che abbiamo intorno e lo minaccia, lo strappa alle nostre mani, da sotto i nostri piedi, alla vista e all’udito. Così, una faccia amica e un luogo che abbiamo frequentato per anni, un angolo caro di una strada, una spalla su [continua]
Costruisco giocattoli come altri scrivono, fanno il formaggio di capra o camminano su un filo a 100 metri d’altezza, come certa gente che si ficca in un garage e lavora una giornata intera, magari di sabato, per fare una cassettiera o aggiustare una motocicletta. Lavoro con le mani, non penso troppo e sono contento, Osservo [continua]