Questo scritto è tratto dal blog collettivo www.nazioneindiana.com [26 marzo 2003]. È parte di un intervento letto al convegno “Che cosa ci aspettiamo dalla letteratura”, organizzato da Radio Popolare a Milano (giugno 2002).

Le frasi prescritte, il pensiero confezionato, hanno perso il ricordo di questa mobilità eccitatoria delle parole, che in Leopardi viene in primo piano. Ed è questo il nucleo della sua “ultrafilosofia”, che pone in primo piano le affezioni, gli stati di sensibilità, messi a funzionare come il pennino oscillante d’un barometro.

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